2010-07-05 14:48:01

El Salvador: no della Chiesa all'obbligo della lettura della Bibbia nelle scuole


La Chiesa cattolica salvadoregna è contraria al recente provvedimento che renderebbe obbligatorio leggere nelle scuole ogni giorno brani della Bibbia: con queste parole – diffuse in un comunicato dei vescovi – l’arcivescovo di San Salvador, mons. José Luis Escobar Alas, ha ieri commentato, durante un incontro con i giornalisti, la decisione presa giovedì scorso dal Parlamento (46 voti favorevoli su un totale di 84 parlamentari), riguardante la lettura obbligatoria di brani biblici nelle scuole del Paese centroamericano, ritenendo che ciò "può aiutare a combattere la violenza". Il provvedimento stabilisce che nel corso dell'anno scolastico – in modo "sistematico, ogni giorno" – dovranno essere letti passaggi biblici "senza fare nessun commento religioso, settario o confessionale" fino ad un massimo di 7 minuti. La legge è ora in attesa della firma o del veto del presidente della Repubblica, Mauricio Funes, che ha fatto sapere di non condividere nell'immediato la misura votata favorevolmente da buona parte dei suoi sostenitori nell'Assemblea nazionale. Funes ha detto di ritenere opportuna la legge "solo se sia in grado di creare un clima di armonia e pacifica convivenza civile". Perciò, "con molta attenzione e grande rispetto" – scrivono i presuli salvadoregni – "chiediamo al signor presidente di porre il veto su questo provvedimento". "La Parola di Dio – proseguono – non può far parte del gioco politico e partitico e non può essere sottoposta ai compromessi dei partiti e dei gruppi religiosi. La Parola di Dio è al di sopra di qualsiasi interesse". Mons. Escobar Alas ha precisato di non "dubitare della buona volontà" dei deputati e ha poi ricordato che si tratta di una misura incostituzionale "poiché viola il diritto di ogni bambino a essere educato nella fede dei suoi genitori". D'altra parte, l'arcivescovo di San Salvador ha voluto richiamare l'attenzione sulla delicatezza e complessità della misura, che prevede per esempio "la scelta o selezione dei brani da leggere; la lettura da parte di maestri che abbiano un credo religioso diverso da quello della maggioranza dei suoi studenti; così come il divieto che tali brani possano essere commentati o spiegati adeguatamente". L'arcivescovo – che ha lanciato anche un appello agli evangelici "a stare vigili per respingere l'imposizione di una legge che può provocare più divisioni" – ha detto che, se il presidente finisce per promulgare la legge, sarà il "caso di fare ricorso alla Corte Suprema di giustizia perché si pronunci sulla sua costituzionalità". (A cura di Luis Badilla)







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