2010-07-04 12:36:32

Annuncio del Vangelo anche nella persecuzione e distacco dalle cose: il Papa a Sulmona indica l’eredità di Celestino V


Coniugare radicalità evangelica e misericordia: è l’insegnamento di San Pietro Celestino V che Benedetto XVI ha messo in luce da Sulmona, dove è arrivato stamane in elicottero, accolto dal vescovo di Sulmona-Valva, mons. Angelo Spina, dal sottosegretario italiano alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, rappresentante del governo italiano, dall’Ambasciatore d’Italia presso la Santa Sede, Antonio Zanardi Landi, e dalle locali autorità civili e militari. Benedetto XVI ha sottolineato la “santità” del Papa eremita e la sua “fecondità pastorale”. Lo ha fatto nella grande Piazza Garibaldi della cittadina abruzzese, dove ha celebrato la Messa e ha recitato l’Angelus. La nostra inviata a Sulmona, Fausta Speranza:RealAudioMP3

Sull’esempio di Celestino V, Benedetto XVI invita tutti a una vita sobria “per conservare più liberi la mente e il cuore”. Alla Chiesa chiede l’annuncio coraggioso del Vangelo “anche nei momenti di persecuzione” e chiede il “distacco dalle preoccupazioni per le cose”:
 
“L’annuncio sereno, chiaro e coraggioso del messaggio evangelico – anche nei momenti di persecuzione – senza cedere né al fascino della moda, né a quello della violenza o dell’imposizione; il distacco dalle preoccupazioni per le cose – il denaro e il vestito – confidando nella Provvidenza del Padre; l’attenzione e cura in particolare verso i malati nel corpo e nello spirito. Queste furono anche le caratteristiche del breve e sofferto pontificato di Celestino V e queste sono le caratteristiche dell’attività missionaria della Chiesa in ogni epoca”.

Alla cittadina che non ha pianto la perdita di vite umane per il terribile terremoto che ha colpito l’Abruzzo un anno fa, ma che certamente ha vissuto paure e difficoltà concrete, il Papa dice: “Sono venuto per condividere con voi gioie e speranze, fatiche e impegni, ideali e aspirazioni”:

“So bene che anche a Sulmona non mancano difficoltà, problemi e preoccupazioni: penso, in particolare, a quanti vivono concretamente la loro esistenza in condizioni di precarietà, a causa della mancanza del lavoro, dell’incertezza per il futuro, della sofferenza fisica e morale e come ha ricordato il Vescovo del senso di smarrimento dovuto al sisma del 6 aprile 2009”.

Benedetto XVI assicura preghiere e fa una raccomandazione: perseverate “nella testimonianza di valori umani e cristiani” che – ricorda – sono profondamente radicati nella fede e nella storia di questo territorio”. Del territorio il Papa parla per sottolineare la bellezza del paesaggio e per ricordare che alcune località sono strettamente legate alla figura di Pietro da Morrone. L’eremita, divenuto Papa con il nome di Celestino V in un momento in cui la Chiesa scriveva anche pagine buie della sua storia, rinuncia dopo 5 mesi di Pontificato, viene imprigionato e muore dopo due anni. Benedetto XVI ricorda il Monte Morrone, dove “Pietro condusse per molto tempo vita eremitica”, l’Eremo di Sant’Onofrio dove lo raggiunse la notizia della sua elezione, l’Abbazia di Santo Spirito dove Celestino V consacrò l’altare maggiore, dopo l’incoronazione avvenuta nella Basilica di Collemaggio a L’Aquila. E qui il Papa tiene a ricordare che circa un anno fa, dopo il terremoto, si è recato in quella Basilica che normalmente conserva le spoglie di Celestino V e ha lasciato il pallio ricevuto all’inizio del suo Pontificato.

Benedetto XVI ricorda che oggi, a 800 anni dalla nascita dell’eremita, è stato indetto l’Anno giubilare celestiniano che si concluderà ad agosto. Celestino V – sottolinea – rimane nella storia “per le note vicende del suo tempo e del suo Pontificato e, soprattutto, per la sua santità”. “La santità – dice non passa mai di moda”:
 
“La santità, infatti, non perde mai la propria forza attrattiva, non cade nell’oblio, non passa mai di moda, anzi, col trascorrere del tempo, risplende con sempre maggiore luminosità, esprimendo la perenne tensione dell’uomo verso Dio”.

Benedetto XVI definisce Celestino V un “cercatore di Dio”, capace di silenzio. E’ proprio nel silenzio – spiega – che riesce a percepire la voce di Dio, capace di orientare la sua vita. Il Papa sottolinea quanto sia importante riflettere su questo nella nostra società in cui “ogni spazio, ogni momento sembra debba essere “riempito” da iniziative, da attività, da suoni”. “Spesso - aggiunge - non c’è il tempo neppure per ascoltare e per dialogare”. Da qui l’incoraggiamento del Papa:

Non abbiamo paura di fare silenzio fuori e dentro di noi, se vogliamo essere capaci non solo di percepire la voce di Dio, ma anche quella di chi ci sta accanto, degli altri”.

E un altro insegnamento fondamentale di Celestino V, afferma Benedetto XVI, è che tutto “l’essenziale della nostra esistenza” è dono di Dio:
 
Dio ci anticipa sempre e in ogni singola vita c’è del bello e del buono che noi possiamo riconoscere facilmente come sua grazia, come raggio di luce della sua bontà”.

Tra le problematiche messe in evidenza nei saluti rivolti al Papa c’è anche la difesa del territorio: si è accennato a costruzioni che potrebbero deturpare e alla preoccupante prospettiva della privatizzazione dell’acqua. Il Papa esprime apprezzamento per l’impegno della Chiesa locale “per la promozione del bene comune e della salvaguardia del creato”:
 
“Vi incoraggio in questo vostro sforzo, esortando tutti a sentirsi responsabili del proprio futuro, come pure di quello degli altri, anche rispettando e custodendo la creazione, frutto e segno dell’Amore di Dio”.
 
Al centro della vita di Celestino V ci fu Cristo, ci fu la Croce. La Croce – afferma Benedetto XVI – diede al Santo “la chiara coscienza del peccato” e “l’altrettanto chiara coscienza dell’infinita misericordia di Dio”. Per questo pensò la particolare indulgenza della Perdonanza. E qui il Papa sottolinea il ruolo dei sacerdoti:

“Desidero esortare i sacerdoti a farsi testimoni chiari e credibili della buona notizia della riconciliazione con Dio, aiutando l’uomo d’oggi a recuperare il senso del peccato e del perdono di Dio”.

Dalla città di Sulmona, al momento dell'Angelus, Benedetto XVI chiede alla Chiesa di saper guidare chi cerca Dio:

“Fedele all’eredità di san Pietro Celestino, sappia comporre la radicalità evangelica e la misericordia, perchè tutti coloro che cercano Dio lo possano trovare”.

 
A tutti l’invito a una vita semplice e umile, alla ricerca di ciò che è veramente essenziale”:

“Anche noi, che viviamo in un’epoca di maggiori comodità e possibilità, siamo chiamati ad apprezzare uno stile di vita sobrio, per conservare più liberi la mente e il cuore e per poter condividere i beni con i fratelli”.
 
Ora Benedetto XVI si trova nel Centro diocesano dove, più tardi, inaugurerà gli spazi dedicati a sacerdoti malati e anziani. E dove riceverà la delegazione della Casa di reclusione di Sulmona. Poi si sposterà nella Cattedrale di San Panfilo, dove sono conservate in questo anno giubilare celestiniano le spoglie del Papa eremita e dove incontrerà i giovani della città. Tra quelli che erano in piazza, alla fine della celebrazione e della preghiera mariana abbiamo incontrato Flavia: le abbiamo chiesto che cosa pensi dell’invito del Papa al silenzio:
 
R. – E’ stato bello ed emozionante. C’era tanta gente. Noi giovani siamo stati tutti partecipi e attenti al discorso. Dobbiamo cercare di soffermarci di più a pensare, a riflettere.

 
D. – Che significa fare silenzio Flavia, secondo te?

 
R. – Riflettere, pensare di più, non soffermarci sempre sulle cose più superflue e superficiali, concentrarsi di più sulle cose belle della vita, le cose importanti e nient’altro.

 
D. – A conclusione della Messa del Papa e dell’Angelus, qui a Sulmona, restano le parole di Benedetto XVI, che ha ricordato che Celestino V insegna a coniugare coscienza del peccato e coscienza della misericordia...

 
R. – E’ importante saperlo ed è importante poi non ripetere gli stessi errori del passato, ma guardare a quelli, averli come esempio e cercare di non ripeterli, per stare bene con la coscienza e per dare poi esempio positivo in futuro agli altri. Quindi, sicuramente è giusto.

 
D. – Flavia, vivete qui a Sulmona all’ombra del monte Morrone. In questo anno giubilare la figura di Celestino V, per te, per esempio, che sei molto giovane, è stata un’occasione di riscoperta?

 
R. – Sì, sicuramente, di riscoperta, ma anche di pensiero, di riflessione e ne siamo contenti. E’ stato anche uno dei motivi per cui oggi abbiamo avuto il Papa qui. Quindi, senz’altro, sicuramente, gli siamo riconoscenti.







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