Indonesia: il Forum giovanile interreligioso a favore della libertà di professione
Il Forum giovanile interreligioso dell’Indonesia – che comprende giovani provenienti
da sei comunità religiose: musulmani, cristiani protestanti, cattolici, buddisti,
indù e confuciani – dice "no" alla legge islamica della sharia e "sì" alla
libertà religiosa. In una nota inviata alla Fides, l’organizzazione ribadisce il proprio
rifiuto allo scontro interreligioso, intervenendo nel dibattito recentemente sollevato
dal gruppo radicale islamico "Front pembela Islam" (Fronte islamico di difesa), che
a Bekasi ha lanciato una campagna contro i cristiani. I giovani del Forum provengono
per la maggior parte dalla vasta area metropolitana di Giakarta, denominata "Jabodetabek",
che riunisce oltre 24 milioni di abitanti, e di cui fanno parte le città di Depok,
Tangerang e la stessa Bekasi. Depok è governata da un partito aspramente criticato
per aver dato spazio agli estremisti islamici, mentre a Tangerang vigono regolamenti
comunali che hanno imposto rigidi costumi morali ispirati alla sharia e destinati
soprattutto alle donne. Il ministro per la Giustizia e i diritti umani ha rilevato
che nel Paese sono in vigore circa 92 ordinanze locali basate sulla sharia.
“Un simile programma innescherebbe nelle province un conflitto interreligioso – scrive
il Forum in un comunicato ufficiale commentando la sharia e ricordando che
l’Indonesia si fonda sui cinque principi laici del Pancasila – a tutt’oggi deve essere
garantita la libertà religiosa: non bisogna dare occasioni a gruppi di estremisti
di prevaricare le leggi dello Stato”. Nell’intera area, però, un sondaggio del 2008
ha evidenziato che l’80 per cento dei giovani crede nei principi del Pancasila e nel
pluralismo religioso. Grande fiducia nei giovani è stata manifestata dal nuovo arcivescovo
di Giakarta, Ignatius Suharyo, che parlando del Forum ha detto di nutrire molta fiducia
nei ragazzi, che vede “aperti al dialogo, pronti a mettersi in discussione e attenti
ai valori”. (R.B.)