2010-07-02 15:17:44

Pallone e speranza: a Johannesburg torneo di calcio a 5 tra operatori di Msf e malati di Hiv


In concomitanza con i Mondiali di calcio in Sudafrica, si svolge oggi a Johannesburg il mini-torneo di calcio a cinque che riunisce pazienti affetti da Hiv/Aids e operatori umanitari di Medici senza frontiere (Msf), impegnati nei progetti di lotta al virus in Sudafrica, Mozambico, Swaziland e Zimbabwe. Le sei squadre miste, per un totale di 30 partecipanti, si affrontano sul campo con un obiettivo comune: ricordare al mondo che la lotta all’Hiv/Aids non è finita, chiedendo “ai donatori internazionali insolventi di rispettare gli impegni presi”. Ce ne parla Giorgio Contessi, di Medici senza frontiere, intervistato da Giada Aquilino:RealAudioMP3  
R. – Il torneo di oggi ha due obiettivi: da una parte, è un appello che Medici senza frontiere fa ai donatori internazionali per finanziare la lotta all’Aids, in Sudafrica in particolare e nel mondo in generale. Dall’altra parte, è un simbolo perché agli incontri partecipano pazienti, malati di Aids, per dimostrare che i farmaci e le cure antiretrovirali funzionano ed è possibile vivere. Ce lo hanno riferito i nostri medici, i nostri infermieri: uno dei pazienti che curiamo ha detto che vuole dimostrare al mondo che essere sieropositivo consente comunque di fare di tutto, anche di giocare una partita di calcio.

D. - In questo momento in cui gli occhi di tutto il mondo sono puntati sui Mondiali di calcio, Medici senza frontiere pone l’attenzione sugli oltre 5 milioni di sudafricani sieropositivi e sul milione di persone che nel Paese non ha accesso alle cure antiretrovirali…

R. - Questi, naturalmente, sono i primi numeri che fanno impressione. Tuttavia sono ben peggiori: la nostra attenzione non va soltanto al Sudafrica, ma a tutto il contesto sub-sahariano. Il Sudafrica è l’epicentro della diffusione dell’Aids, ma in Paesi come Lesotho, Malawi, Mozambico, Sudafrica, Swaziland e Zimbabwe tocchiamo una cifra di 10 milioni di persone con Hiv. Nel mondo, in generale, sono circa 33 milioni le persone malate di Aids e due terzi di questi 33 milioni sono proprio nell’Africa subsahariana. E’ proprio per questi Paesi in particolare che servono i finanziamenti.

D. - Per dove passa il futuro della lotta all’Aids?

R. - Medici senza frontiere la vede tutti i giorni e anzitutto sul campo, con la distribuzione di farmaci antiretrovirali. Tuttavia, le decisioni politiche hanno conseguenze proprio sulla vita quotidiana di queste persone. In carenza di finanziamenti, abbiamo registrato negli ultimi mesi che anche il numero dei nuovi pazienti che hanno iniziato le cure antiretrovirali è diminuito di ben sei volte in Paesi come Sudafrica, Uganda e Repubblica Democratica del Congo. L’assenza di finanziamenti fa sì che non siano acquistati nuovi farmaci e questo comporta quindi l’esaurimento delle scorte e la sospensione della distribuzione dei medicinali, facendo sì che questa gente non possa vivere con serenità la propria malattia.







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