2010-07-02 15:21:30

L'appello dei vescovi di Haiti: la situazione post-terremoto è ancora gravissima, servono gli aiuti del mondo


Sono trascorsi quasi cinque mesi dal terremoto che ha devastato Haiti, provocando 250 mila morti ed oltre un milione e mezzo di senzatetto. Nonostante la macchina degli aiuti si sia messa in moto rapidamente, i 10 miliardi di dollari promessi dalla comunità internazionale alla Conferenza dei contribuenti di New York del marzo scorso stentano ad arrivare. La denuncia arriva dallo stesso segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, che qualche giorno fa si è detto preoccupato per la situazione in cui vive la popolazione haitiana. Ma qual è la situazione oggi? Salvatore Sabatino lo ha chiesto a padre Hans Alexandre, segretario permanente della Conferenza episcopale haitiana:RealAudioMP3  
R. – La gente vive nelle tende. Fa caldo, e quando piove la gente sta male perché la vita in tenda non è sana. E’, per loro, una situazione gravissima. Posso dire anche che la vita di famiglia non esiste quasi più nelle tendopoli. Tutto questo porta la Chiesa in Haiti a chiedere: ma quando ci sarà finalmente una vita migliore per queste popolazioni?

D. – La Chiesa ha sempre ricoperto un ruolo importantissimo nel tessuto sociale haitiano, e il terremoto l’ha colpita fortemente. Qual è il suo ruolo e come viene vista dagli haitiani?

R. – Gli haitiani sanno che la Chiesa è sempre accanto a loro, perché la Chiesa ha promesso di rimanere fedele a questo popolo, che ha sempre accompagnato. Anche se le chiese sono distrutte, la loro fede rimane.

D. – Gli appelli lanciati da Benedetto XVI in sostegno e vicinanza delle popolazioni colpite dal terremoto sono rimasti nella memoria degli haitiani?

R. – L’appello lanciato dal Papa è stato accolto con gioia da noi, perché – come diciamo nel Paese – abbiamo visto che più che la terra, si è mosso il cuore del mondo per gli haitiani. E questo ci aiuta ad andare avanti.

D. – Padre Alexandre, si ha l’impressione che – come purtroppo spesso accade – si siano spenti i riflettori dei media su Haiti, e con essi l’attenzione nei confronti di questa tragedia. Vuole lanciare un appello attraverso i microfoni della Radio Vaticana?

R. – Non dobbiamo essere dimenticati, perché senza l’aiuto internazionale veramente non potremo uscire da questa gravissima situazione, che è tale non soltanto per gli haitiani, ma per l’umanità intera.







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