L'appello dei vescovi di Haiti: la situazione post-terremoto è ancora gravissima,
servono gli aiuti del mondo
Sono trascorsi quasi cinque mesi dal terremoto che ha devastato Haiti, provocando
250 mila morti ed oltre un milione e mezzo di senzatetto. Nonostante la macchina degli
aiuti si sia messa in moto rapidamente, i 10 miliardi di dollari promessi dalla comunità
internazionale alla Conferenza dei contribuenti di New York del marzo scorso stentano
ad arrivare. La denuncia arriva dallo stesso segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon,
che qualche giorno fa si è detto preoccupato per la situazione in cui vive la popolazione
haitiana. Ma qual è la situazione oggi? Salvatore Sabatino lo ha chiesto a
padre Hans Alexandre, segretario permanente della Conferenza episcopale haitiana: R. – La gente
vive nelle tende. Fa caldo, e quando piove la gente sta male perché la vita in tenda
non è sana. E’, per loro, una situazione gravissima. Posso dire anche che la vita
di famiglia non esiste quasi più nelle tendopoli. Tutto questo porta la Chiesa in
Haiti a chiedere: ma quando ci sarà finalmente una vita migliore per queste popolazioni?
D.
– La Chiesa ha sempre ricoperto un ruolo importantissimo nel tessuto sociale haitiano,
e il terremoto l’ha colpita fortemente. Qual è il suo ruolo e come viene vista dagli
haitiani?
R. – Gli haitiani sanno che la Chiesa è sempre accanto a loro,
perché la Chiesa ha promesso di rimanere fedele a questo popolo, che ha sempre accompagnato.
Anche se le chiese sono distrutte, la loro fede rimane.
D. – Gli appelli
lanciati da Benedetto XVI in sostegno e vicinanza delle popolazioni colpite dal terremoto
sono rimasti nella memoria degli haitiani?
R. – L’appello lanciato dal
Papa è stato accolto con gioia da noi, perché – come diciamo nel Paese – abbiamo visto
che più che la terra, si è mosso il cuore del mondo per gli haitiani. E questo ci
aiuta ad andare avanti.
D. – Padre Alexandre, si ha l’impressione che
– come purtroppo spesso accade – si siano spenti i riflettori dei media su Haiti,
e con essi l’attenzione nei confronti di questa tragedia. Vuole lanciare un appello
attraverso i microfoni della Radio Vaticana?
R. – Non dobbiamo essere
dimenticati, perché senza l’aiuto internazionale veramente non potremo uscire da questa
gravissima situazione, che è tale non soltanto per gli haitiani, ma per l’umanità
intera.