Rapporto di Amnesty International sulle restrizioni alla libertà di espressione a
Cuba
Violazione dei diritti umani da parte del sistema giudiziario repressivo cubano, e
restrizioni alla libertà di espressione. È la denuncia di Amnesty International che
emerge dal Rapporto, pubblicato ieri, sulle “Restrizioni alla libertà di espressione
a Cuba”. Sulla situazione nel Paese, il commento di Riccardo Noury, portavoce
dell’organizzazione, al microfono di Alessandra De Gaetano:
R. -
E’ un Rapporto che mette in luce un sistema di leggi e di prassi che imbavagliano
in modo quasi totale la libertà dì informazione e di espressione a Cuba, che fanno
sì che ci sia un monopolio effettivo nei confronti dell’informazione e un reticolato
di leggi e di procedimenti che rende praticamente impossibile esprimere le proprie
opinioni e, chi lo fa, va incontro a processi irregolari e a condanne anche molto
dure per meri reati di opinione.
D. - In questo clima di violazione
dei diritti umani da parte del governo cubano e di paura per le restrizioni alla libertà
d’espressione, quali sono le emergenze?
R. - L’emergenza è che ci sono
prigionieri di coscienza - più di 50 - che sono in carcere da più di sette anni per
aver esercitato i propri diritti umani fondamentali. Alcuni di questi, ed anche persone
fuori dal carcere, sono in sciopero della fame e quindi l’appello che Amnesty International
ha fatto ancora una volta è di rilasciare tutti i prigionieri, abolire o comunque
emendare, in modo che rispettino gli standard internazionali, tutte le leggi che oggi
impediscono la libera espressione delle proprie idee in forma scritta o attraverso
manifestazioni.
D. - In questi giorni, tra l’altro, si teme per le condizioni
di salute di un dissidente che da quattro mesi lancia, dal carcere, la sua protesta
con lo sciopero della fame…
R. - Sono molto determinati a portare avanti
questi scioperi della fame perché è l’unica arma per sollevare il proprio caso. Non
essendoci possibilità di ricorso giudiziario, il governo ha solo un modo per porre
fine a tutto questo: liberare subito tutti i prigionieri d’opinione.
D.
- Quanto è significativo l’embargo imposto dagli americani in questa situazione?
R.
- E’ evidente che l’embargo statunitense ha avuto un impatto negativo su alcuni diritti
- in particolare quelli economici e sociali - sull’economia del Paese, però è diventato
un pretesto inaccettabile da parte del governo de L'Avana per tenere un comportamento
sempre estremamente negativo in tema di diritti umani.