A Parigi l’Unione cattolica esperantista internazionale festeggia il suo centenario
“Vi assicuro la mia preghiera e chiedo al Signore di benedire i vostri lavori e di
concedervi di continuare il vostro apostolato per accrescere ‘l’unione delle genti
con Dio e l’unità di tutto il genere umano”: con queste parole tratte dalla Lumen
Gentium e riportate in un messaggio a firma del suo segretario particolare, l’arcivescovo
di Parigi, cardinale André Vingt-Trois, ha rivolto il suo saluto ai cattolici esperantisti,
riuniti nella capitale francese fino a sabato prossimo per il congresso che marca
il centenario della fondazione, avvenuta proprio a Parigi nel 1910. Dal loro sodalizio
nacque l’Unione cattolica esperantista internazionale (Ikue), associazione privata
di fedeli di diritto pontificio, riconosciuta dal Pontificio Consiglio per i laici.
Il congresso, oltre a rendere omaggio ai luoghi ove nacque l’associazione, ha in programma
numerosi momenti di spiritualità e di liturgia in lingua esperanto per i circa cento
delegati provenienti da 25 Paesi, molti anche dal Sudamerica. Previsto un pellegrinaggio
in significativi luoghi della religiosità parigina: già la sede del congresso è il
Centro di ospitalità benedettino della Basilica del Sacro Cuore a Montmartre, nella
cui cripta si è celebrata la messa di inizio. Saranno visitate anche la Cappella della
Medaglia Miracolosa, la cripta dei Martiri della Chiesa del Carmelo e la parrocchia
di Nostra Signora della Speranza, una delle patrone celesti dei cattolici esperantisti.
Al congresso sono giunti messaggi augurali anche dal segretario del Pontificio Consiglio
dei laici, mons. Clemens e del direttore generale della nostra emittente, padre Lombardi.
I cattolici esperantisti si prefiggono di mostrare l’unità della Chiesa, di contribuire
all’evangelizzazione, alla solidarietà e all’ecumenismo tramite l’uso della lingua
internazionale esperanto, quale mezzo di azione apostolica. (A cura di Carlo Sarandrea)