Presidenziali in Guinea: dai capi religiosi invito alla responsabilità
“Apriamo i nostri cuori alla voce di Dio che ci richiama alla pace, all’unità e alla
responsabilità”: è questo il punto focale di un messaggio comune dei capi religiosi
cristiani e musulmani rivolto alla popolazione, alle istituzioni e ai partiti politici
in occasione delle elezioni presidenziali che si sono svolte domenica. Nella “messa
per la pace” celebrata presso la cattedrale di Conakry il 26 giugno scorso, mons.
Vincent Coulibaly aveva a sua volta ricordato l’invito della Conferenza episcopale
guineana per elezioni pacifiche e sottolineato l’esigenza improrogabile di un Paese
fondato sulla giustizia. “Per essere artigiani della pace – aveva detto monsignor
Coulibaly – dobbiamo lavorare insieme perché durante queste elezioni, la dignità dell’uomo
sia preservata, la serenità e la calma regnino dappertutto”. In attesa dei risultati
- riferisce l'agenzia AsiaNews - le presidenziali hanno fatto registrare un’alta affluenza
all’urne, con una media generale dell’80% e picchi dell’86% come a Conakry. Il portale
di informazioni ‘Aminata’ ha dato spazio a una nota del Consiglio nazionale delle
organizzazioni della società civile guineana (Cnoscg) nella quale questa sostiene
di aver constatato numerose irregolarità nel corso delle operazioni di voto. Sulle
operazioni non si sono ancora espresse le missioni di osservatori stranieri. L’Associazione
guineana della stampa in rete (Aguipel) ha intanto sospeso il sito ‘Guinéee24’per
“aver diffuso notizie tendenziose”, dando in vantaggio uno dei candidati quando ancora
non erano stati diffusi i risultati. Tra i 24 candidati, secondo media locali e osservatori
internazionali i favoriti sono Alpha Condé con il suo ‘Rassemblement du peuple de
Guinée’ (Rpg) oppositore storico dell’ex-presidente Lansana Conté, l’ex-primo ministro
Cellou Dallein Diallo, molto popolare nelle periferie di Conakry, Sidya Touré, fondatore
dell’Unione delle forze repubblicane (Ufr) e Lansana Kouyaté con il suo Partito della
speranza per lo sviluppo nazionale (Pedn). Il ballottaggio, da tenersi il 17 luglio,
appare lo scenario più probabile e alleanze si starebbero già stringendo in vista
del secondo turno delle prime presidenziali democratiche dall'indipendenza della Guinea
nel 1958. (R.P.)