Spagna: modifiche alla legge sull’aborto, i vescovi continuano la protesta
In Spagna il Consiglio dei ministri ha varato un regio decreto di modifica alla legge
sull’aborto approvata lo scorso 24 febbraio e che dovrebbe entrare in vigore il 5
luglio prossimo. La modifica, riporta L’Osservatore Romano, prevede che le minori
di 16 e 17 anni potranno sì abortire entro la 14esima settimana, come tutte le altre
donne, ma dovranno dimostrare al medico di avere informato almeno uno dei genitori.
In caso di conflitto con essi, che impedirà alla giovane di ottenerne il consenso
scritto, sarà il medico ad autorizzare l’intervento, previa sollecitazione di un rapporto
informativo sulla situazione della paziente ad opera di uno psicologo o di un assistente
sociale. Le donne, inoltre, prima di sottoporsi a interruzione volontaria di gravidanza,
potranno ricevere informazioni in tutti i centri sanitari pubblici o privati accreditati
sugli aiuti statali, i diritti in materia di gravidanza e maternità, come gli assegni
familiari e i benefici fiscali. Il decreto stabilisce, inoltre, la natura dell’assistenza
clinica che deve determinare con diagnosi precoce l’esistenza di eventuali malattie
del nascituro: un organo collegiale consultivo composto da specialisti in ginecologia,
ostetricia e pediatria. Intanto proseguono le manifestazioni contro la legge, che
di fatto depenalizza l’aborto fino alla 22esima settimana in caso di grave malformazione
del feto o di rischi per la salute psicofisica della donna, da parte dei movimenti
nazionali per la vita e del mondo cattolico. “Continueremo a dar voce a coloro che
nasceranno per difendere il loro diritto alla vita – scrivono i vescovi spagnoli –
e offrire un appoggio reale alle donne gestanti in difficoltà. (R.B.)