Il presidente dell'Ifad, Nwanze, visita la Radio Vaticana: "L'agricoltura diventi
un business per rilanciare lo sviluppo in Africa"
E' giunto in visita stamani alla Radio Vaticana, il dottor Kanayo Nwanze, presidente
dell’Ifad, il Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo, agenzia dell’Onu con
sede a Roma, impegnata assieme alla Fao nel liberare il mondo dal problema della fame
e promuovere lo sviluppo nei Paesi più poveri. Il servizio di Roberta Gisotti:
Ad accogliere
il presidente dell’Ifad, nella Sala Marconi per un incontro con i redattori, è stato
il direttore dei Programmi, padre Andrzej Koprowski, sottolineando i “rapporti costanti”
tra l’agenzia dell’Onu e la Santa Sede, dall’incontro di Giovanni Paolo II nel gennaio
1988 nel decimo anniversario del Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo, all’udienza
nel febbraio 2009 di Benedetto XVI ai suoi vertici. 751 i microprogetti realizzati
dollari a tutt’oggi dall’Ifad, finanziati con 9,8 miliardi di dollari, in aiuto a
310 milioni di poveri nelle aree rurali, dei quali 200 milioni distribuiti in 41 Paesi
dell’Africa. Ma l’Africa non è un continente povero – ha esclamato il nigeriano presidente
dell’Ifad Kanayo Nwanze – piuttosto sono gli africani che si sono resi poveri: "Agricolture
in Africa... L’agricoltura in Africa è per la maggior parte un’agricoltura
di sussistenza. Gli sforzi, il più delle volte, sono stati diretti a fare uscire la
gente dalla povertà, mantenendola però a livelli di sussistenza. Ecco perché ora stiamo
cominciando e ridefinire la nostra missione e la nostra visione: cioè che l’agricoltura
e i coltivatori devono essere considerati come un business e come imprenditori agricoli.
L’agricoltura è un business rurale e quindi, come in tutti i business, abbiamo la
responsabilità di assicurarci che gli affari dei piccoli agricoltori nelle aree rurali
siano proficui". Quello che manca per risollevare l’Africa è la volontà
politica, degli stessi governi africani – ha ammonito Nwanze – i cui leader dovrebbero
guardare più lontano, essere dei “visionari”, per progettare lo sviluppo dei loro
Paesi, superando il complesso del colonialismo, visto che vanno celebrando mezzo secolo
d’indipendenza. Nwanze ha esortato a puntare proprio sull’agricoltura per emancipare
l’Africa, tenuto conto che ancora oggi solo il 5 per cento dei terreni coltivabili
viene sfruttato. E se i giovani africani rifuggono dal lavoro agricolo – come ha osservato
un redattore ugandese – occorre attirarli rendendo questo settore un business, ha
ribattuto il presidente dell’Ifad. Nwanze ha infine risposto ad una domanda sugli
Ogm, una materia controversa, ha ricordato, da valutare nei diversi contesti. Ma gli
Ogm – ha detto – non sono dei mostri.