Il dicastero dei migranti nel messaggio per la Giornata mondiale del turismo 2010:
urgente tutelare le ricchezze naturali delle mete turistiche
Un turismo organizzato in maniera appropriata è una importante risorsa di sviluppo
e benessere per molte popolazioni. Ma il suo impatto sulle zone interessate può causare
anche gravi danni di tipo ambientale e, per questo, il turismo non può esimersi dal
difendere la biodiversità. Lo affermano i massimi responsabili del Pontificio Consiglio
per la Pastorale dei Migranti e degli Itineranti nel messaggio per la Giornata mondiale
del turismo 2010, che verrà celebrata il prossimo 27 settembre. Il servizio di Alessandro
De Carolis:
Savane
e deserti, foreste e barriere coralline, oceani e zone polari. Le mete del turismo
di massa (alla fine potrebbero essere un miliardo i turisti in giro per il mondo quest’anno
secondo previsioni di esperti) rischiano di venire deturpate proprio a causa delle
folle in arrivo, soggiorno e partenza. L’allarme, accompagnato dalla visione su una
corretta concezione dell’attività turistica secondo il magistero ecclesiale, è il
cuore pulsante del messaggio firmato dagli arcivescovi Antonio Maria Vegliò e Agostino
Marchetto per la prossima Giornata mondiale del turismo, che avrà per l’appunto come
tema “Turismo e biodiversità”.
Sui diversi ecosistemi del pianeta, scrivono
il presidente e il segretario del dicastero vaticano per la Pastorale dei Migranti,
“incombono tre gravi pericoli, che esigono una soluzione urgente: il cambiamento climatico,
la desertificazione e la perdita di biodiversità”. Quest’ultima, osservano, negli
ultimi anni “è cresciuta ad un ritmo senza precedenti. Studi recenti indicano che,
a livello mondiale, sono minacciati o a rischio di
estinzione il 22% dei mammiferi, il 31% degli anfibi, il 13.6% degli uccelli o il
27% delle barriere coralline”. Il turista – e le mete naturali sono fra le più gettonate
– chiaramente fa la sua parte in questo preoccupante scenario, specie – affermano
i presuli – per ciò che concerne “il consumo smisurato di risorse limitate” come l’acqua
potabile, o la “grande produzione di residui contaminanti”, superiore alla capacità
di assorbimento di una determinata zona. Turismo-risorsa, certamente, ma anche turismo-minaccia,
dunque. Il suo “paradosso”, prosegue il messaggio, sta nel fatto che se, da una parte,
esso “nasce e si sviluppa grazie all’attrazione di alcuni siti naturali e culturali,
dall’altra questi stessi possono essere deteriorati e perfino distrutti dal turismo
stesso, per cui finiscono per essere esclusi dalle destinazioni
turistiche in quanto hanno perduto l’attrazione che li distingueva all’origine”. Ecco
perché, chiosano i due responsabili vaticani, “il turismo non può sottrarsi alla sua
responsabilità nella difesa della biodiversità, ma, al contrario, deve assumervi un
ruolo attivo. Lo sviluppo di questo comparto economico deve essere inevitabilmente
accompagnato dai principi di sostenibilità e rispetto della diversità biologica”.
RicordanDo
una massima convinzione del magistero dei Papi, per cui “la tutela dell’ambiente costituisce
una sfida per l’umanità intera”, perché tratta “del dovere, comune e universale, di
rispettare un bene collettivo”, il messaggio ribadisce l’“urgente e necessaria” ricerca
“di un equilibrio tra turismo e biodiversità, in cui entrambi si sostengano reciprocamente,
di modo che sviluppo economico e protezione dell’ambiente non appaiano come elementi
contrapposti e incompatibili, bensì si tenda a conciliare le esigenze di entrambi”.
Di qui, l’appello anzitutto a governi e istituzioni internazionali in favore di leggi
che garantiscano un “turismo sostenibile”, che sia cioè “al tempo stesso, economicamente
redditizio, protegga le risorse naturali e culturali, e sia di aiuto reale nella lotta
contro la povertà”. Quindi alle imprese di settore, perché concepiscano e sviluppino
la propria attività “riducendo al minimo gli effetti negativi sulla protezione degli
ecosistemi sensibili e dell’ambiente in generale contribuendo attivamente alla loro
protezione”. Infine, un richiamo ai turisti perché rispettino i luoghi visitati e
perché “in nessun caso” il territorio o il patrimonio storico-culturale delle destinazioni
siano “pregiudicati a favore del turista, adattandosi ai suoi gusti o desideri”.