Kirghizistan alle urne per il referendum sulla riforma costituzionale
Kirghizistan al voto per il referendum sulla riforma della costituzione. I risultati
sono previsti per domani. Nel Paese centroasiatico si temono problemi di ordine pubblico dopo
gli scontri interetnici delle scorse settimane che hanno causato oltre 300mila sfollati
interni. Il servizio Giuseppe D’Amato:
Un
referendum per voltare pagina. Se i “sì” oggi vinceranno il Kirghizistan diventerà
la prima repubblica parlamentare dell’Asia centrale ex sovietica. Gli altri due obiettivi
dichiarati sono quelli di riprendere la strada verso una piena democrazia ed il ritorno
alla stabilità. Nelle scorse settimane il sud del Paese è stato sconvolto da gravissimi
scontri interetnici, che, per ammissione dello stesso governo kirghizo, avrebbero
provocato forse 2 mila morti. I quasi 100 mila profughi, riparati in Uzbekistan, sono
stati nel frattempo rimpatriati, mentre alcune centinaia di migliaia sarebbero ancora
gli sfollati, che non vogliono o non possono rientrare a casa. “Siamo sull’orlo di
un precipizio – ha detto la leader ad interim Roza Otunbaieva al suo seggio elettorale
ad Osh, epicentro degli scontri”. “Il referendum mostrerà che il Paese è unito come
unito è il suo popolo, che crede in noi”. Il governo provvisorio, instauratosi dopo
la sollevazione popolare di aprile contro l’ex presidente Bakiev, cerca la legittimazione
popolare. Questa l’interpretazione più comune data agli esperti. La Otunbaieva dovrebbe
ottenere il mandato di capo dello Stato fino al 31 dicembre 2011, senza possibilità
di ricandidarsi. La consultazione è sostenuta da Onu, Stati Uniti e Russia. Si teme
che il Kirghizistan possa piombare nel caos. All’ultimo momento osservatori delle
organizzazioni internazionali sono stati inviati nel Paese asiatico. Solo 2 mila sono
i seggi aperti per 2,3 milioni di aventi diritto. Tante sono le code formatesi. Per
i 3 quesiti referendari è stato poi deciso di cancellare la barriera dei quorum.