I vescovi australiani: il nuovo governo si prenda cura dei rifugiati
Attese e speranze del mondo cattolico e delle organizzazioni per i diritti umani per
il nuovo primo ministro australiano Julia Gillard perché si occupi della questione
dei profughi e in particolare degli immigranti clandestini. Proprio di recente si
è svolta la Settimana Nazionale dei rifugiati e, alla sua conclusione, è arrivata
la richiesta espressa dalla Conferenza episcopale australiana al Governo. La richiesta
è stata quella di evitare qualsiasi demonizzazione e stereotipo o di usare i profughi
come “capitale politico”. Il problema degli immigrati in attesa di asilo va affrontato
con razionalità e non con emotività, ha riferito all’agenzia Fides padre Jim Carty,
sacerdote marista sostenitore degli emigranti locali e di oltremare. Padre Jim è stato
coordinatore del centro ecumenico sostenuto dall’arcidiocesi di Sydney a favore dei
rifugiati e di quanti sono in attesa di visto. La preoccupazione espressa dal religioso
è che si possa tornare alla Pacific Solution del precedente Governo, che prevedeva
il processo degli immigrati clandestini sulle isole. Una pratica questa rivelatasi
dannosa non solo per gli adulti ma anche per un certo numero di bambini che hanno
poi riportato problemi d’infermità mentale. Il vescovo portavoce della Conferenza
episcopale australiana per i rifugiati in attesa di asilo, mons. Joe Grech, ha posto
in evidenza il lavoro svolto dalla Chiesa cattolica a favore di persone che vanno
considerate e trattate prima di tutto come esseri umani. Nello specifico del territorio
australiano il numero delle persone che arrivano in cerca di asilo è insignificante
rispetto al resto del mondo e, soprattutto, si tratta pur sempre di lavoratori che
contribuiscono notevolmente all’industria del Paese. (C.F.)