2010-06-27 15:03:06

Anniversario della strage di Ustica


“Il dolore ancora vivo per le vittime si unisce all'amara constatazione che le indagini svolte e i processi sin qui celebrati non hanno consentito di fare luce sulla dinamica del drammatico evento e di individuarne i responsabili”: così il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel 30.mo anniversario della strage aerea di Ustica in cui persero la vita 81 persone. Dal capo dello Stato e da vari esponenti del mondo politico sono giunti nuovi accorati appelli per far emergere la verità su una vicenda nazionale ancora irrisolta e dolorosa non solo per i parenti delle vittime, ma per la società civile tutta. Il servizio di Cecilia Seppia:RealAudioMP3
45 minuti di volo al buio, in quel 27 giugno del 1980, in un cielo lampeggiante di tempesta. Poi, dopo l’ultimo contatto radio delle 20.58 del Douglas DC9, partito da Bologna e diretto a Palermo, non si è saputo più nulla. Il velivolo si squarcia in volo e i suoi resti, dispersi in mare, vengono ritrovati il giorno dopo, a pochi chilometri dalle coste dell’isola di Ustica, in Sicilia, insieme ai primi corpi senza vita delle 81 vittime del disastro, tra queste anche 13 bambini. Seguirono indagini e numerose furono le ipotesi sulla causa della tragedia. Forse una bomba esplosa all’interno dell’aereo, forse un missile sparato da un altro mezzo oppure un cedimento strutturale o una collisione con un altro velivolo, considerando che ce ne erano altri due - tra cui uno francese - quella sera nello spazio aereo del DC9. Eppure qualcuno è convinto che la verità sia già emersa e che ora manchino soltanto i nomi dei responsabili. Daria Bonfietti, senatrice e presidente dell’ Associazione parenti delle vittime della strage di Ustica:
“Noi sappiamo già dal ’99 quello che successe quella notte. Il DC9 è stato abbattuto all’interno di un episodio di guerra aerea: così dice il giudice Rosario Priore, nella sua sentenza-ordinanza. Da allora abbiamo continuato la battaglia per sapere i nomi dei responsabili e quale Paese - amico, alleato o non - ha potuto abbattere l’aereo civile caduto nel Tirreno. E’ una certezza questa, perché ce l’ha consegnata il giudice Priore, che aveva evinto i dati più importanti e significativi della presenza di altri aerei nel nostro cielo, in quel momento insieme al DC9, dai tabulati. Addirittura esperti Nato hanno contributo a dire cose che i nostri militari non ci decriptavano e leggevano. E’ un problema di dignità nazionale quello di avere voglia ancora di trovare i nomi dei responsabili”.
Tra le novità nelle indagini anche l’apertura della Francia, chiamata in causa due anni fa dall’ex presidente della Repubblica Cossiga, che si è detta ora disponibile a cooperare con l’Italia, per far chiarezza sull’accaduto, dopo tanti anni di risposte non esaustive. Fare i nomi dei responsabili diventa, dunque, fondamentale per abbattere quel muro di gomma, superando una volta per tutte gli intrecci eversivi, gli intrighi internazionali, che hanno contribuito - secondo le parole del capo dello Stato Napolitano - a non far emergere la verità su quella che è una tragedia nazionale, così come resta importante coltivare la memoria per dare dignità e conforto alle vittime.







All the contents on this site are copyrighted ©.