Nasce a Pescara l’Associazione "Beati Maria e Luigi" dedicata ai coniugi Beltrame
Quattrocchi
Il 18 giugno scorso, a Pescara, è nata l’associazione "Beati Maria e Luigi", dedicata
alla prima coppia di sposi elevata alla gloria degli altari da Giovanni Paolo II nel
2001: Maria e Luigi Beltrame Quattrocchi. L’associazione, fortemente voluta dalla
figlia Enrichetta, l’unica dei quattro, tutti diventati religiosi, ancora in vita,
darà seguito al lavoro della Fondazione già esistente e s’impegnerà nella promozione
del modello di santità laicale e coniugale che la coppia rappresenta. L’associazione
è stata presentata alla comunità parrocchiale di Santa Caterina da Siena. Lo statuto,
approvato dal vescovo di Pescara, Tommaso Valentinetti, impone che al vertice sia
sempre una coppia di sposi, novità storica per la Chiesa: i primi sono Attilio Danese
e Giulia Paola Di Nicola. Gli obiettivi, esplicitati nello statuto, sono: la conoscenza
della vita, delle virtù e della spiritualità dei beati coniugi, la conversione permanente
della vita dei propri membri nel conformarsi sempre più al Vangelo sull’esempio della
coppia; la formazione dei membri al servizio nella Chiesa e nella società, in modo
particolare degli sposi e dei genitori; l’aiuto e la collaborazione alla postulazione
della causa di canonizzazione dei beati Luigi e Maria Beltrame Quattrocchi. I punti
principali della spiritualità coniugale ispirata dagli sposi è particolarmente necessaria
in un periodo in cui viene evidenziata la difficoltà di restare uniti nel matrimonio,
mentre divorzi e separazioni sono diventati costume diffuso: “Da Maria e Luigi possiamo
apprendere a vivere l’amore per l’altro considerato un vicario di Gesù in persona
– dicono i presidenti – e a vivere nutrendoci di "tre pani", come diceva Maria, la
vita spirituale, ossia l’Eucarestia, la Parola di Dio e la sua volontà che si manifesta
negli eventi quotidiani e che chiamavano la "fedeltà nel minimo", la considerazione
della solennità delle azioni apparentemente insignificanti che ogni giorno si vivono
in famiglia”. Enrichetta ha ricordato, inoltre, che la mamma aveva un motto importante:
"Guardare la realtà dai tetti in su", cioè non chiudersi all’orizzonte terreno, non
appiattire il proprio sguardo sugli eventi, ma prendere distanza da essi e approfondire
il senso che hanno per lo Spirito. (R.B.)