2010-06-25 08:32:46

Luci e ombre nel Rapporto Onu sugli Obiettivi di sviluppo del Millennio. Sempre troppi i poveri e gli affamati


Presentato a Bruxelles il Rapporto 2010 sugli Obiettivi di Sviluppo del Millennio. I dati e le analisi emerse nel documento, redatto dagli esperti delle Nazioni Unite, forniscono una prova chiara che gli interventi fissati, sostenuti da fondi adeguati ed impegno politico, hanno portato a rapidi progressi in alcune aree, così come mancanza di responsabilità e dedizione insufficiente allo sviluppo sostenibile hanno creato deficit in molte aree. Salvatore Sabatino ne ha parlato con Antonio Vigilante, responsabile dell’Ufficio Onu di Bruxelles:00:02:29:74


R. – Indubbiamente, ci sono degli obiettivi che hanno dei ritardi, però il messaggio totale di questo Rapporto del segretario generale che è stato presentato in funzione e come documento di base per la riunione di settembre dei leader mondiali, non è pessimista: anzi, conferma che con l’impegno si possono ancora raggiungere quasi tutti gli Obiettivi per il 2015. Alcuni sono certamente alla nostra portata, come quello – ad esempio – della riduzione della povertà o la disponibilità dell’acqua potabile, che avanza secondo i piani, secondo il ritmo previsto.


D. – Quanto la crisi economica mondiale ha influito sul mancato raggiungimento degli Obiettivi del Millennio?


R. – Molto. Forse non in maniera determinante, ma mi sembra che la crisi finanziaria, ma non solo la crisi finanziaria: anche l’aumento del costo, dei prezzi degli alimenti, l’aumento del prezzo del petrolio, dell’energia, insieme anche agli effetti del cambiamento climatico abbiano prodotto una perdita di tre o quattro anni di progresso in termini di Obiettivi del Millennio. In particolare, si è stimato che ci saranno dai 70 agli 80 milioni di poveri in più, come conseguenza della crisi, rispetto a quelli che ci sarebbero stati. Se l’obiettivo di ridurre la povertà della metà per il 2015 avrebbe portato ad avere 900 milioni di persone ancora in estrema povertà in quell’anno, a causa della crisi ce ne saranno 970. Ma lo stesso succede per la fame: c’era una tendenza positiva di riduzione progressiva fino al 2005-2006, mentre addirittura adesso c’è un aumento in numero assoluto delle persone che soffrono la fame, che sono più di un miliardo, e che è un traguardo negativo: è un po’ vergognoso per l’umanità.


D. – Che cosa possiamo auspicare per il raggiungimento di questi Obiettivi nel prossimo futuro? Lo stesso segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, ha esortato i leader mondiali ad accelerare le politiche di cooperazione…


R. – Che bisogna crederci, che bisogna mantenere gli impegni nonostante la crisi, che bisogna credere che l’investimento nello sviluppo non solo è un dovere morale, ma anche un interesse reciproco a livello economico e a livello sociale. Bisogna mantenere gli impegni, quindi, nonostante le preoccupazioni sulla parte fiscale, sugli indicatori macro-economici. E secondo me, è anche il momento di discutere degli accordi inter-partitici, in un certo senso, per dichiarare fuori dalla contesa politica alcune grosse sfide globali, come il cambiamento climatico e il relativo Obiettivo del Millennio.








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