Terminata la Settimana di aggiornamento pastorale. Mons. Sigalini: la comunità cristiana
è una presenza che cambia la società
Si deve curare la crescita e la maturazione di quanti nella comunità cristiana condividono
responsabilità e prestare attenzione alla condivisione del cammino ecclesiale da parte
dei laici. E’ quanto ha affermato stamani il segretario generale della Conferenza
episcopale italiana, mons. Mariano Crociata, intervenendo alla Settimana di aggiornamento
pastorale dedicata alle nuove forme di comunità cristiana. L’appuntamento, promosso
dal Centro di orientamento pastorale, si è poi chiuso a Capiago (Como) con l’intervento
del vescovo di Palestrina e presidente della Commissione episcopale della Cei per
il laicato, mons. Domenico Sigalini, intervistato da Amedeo Lomonaco:
R.
– L'appuntamento è stato l’occasione per fare il punto su tutte queste nuove forme
di comunità cristiana. Abbiamo fatto un’analisi e possiamo dire per la prima volta,
secondo me, che questo lavoro costante e paziente, che stanno facendo le varie diocesi
italiane, sta portando i primi frutti di una progettualità comune, di un'unità di
vita assieme, per servire questi progetti.
D. – Dio si mette in relazione
con l’uomo nel territorio. Come le comunità cristiane devono valorizzare questa relazione
nella società attuale?
R. – La Chiesa è fatta da tante persone chiamate:
ciascuno è chiamato a dare il suo contributo proprio per vocazione divina. C’è colui
che è chiamato a presiedere questa comunione della Chiesa, che è il presbitero. E
c’è colui che è chiamato ad essere corresponsabile dentro la realtà concreta sia della
Chiesa sia del mondo, che è il laico. Quindi, questa relazione così profonda, così
bella deve trovare la nostra attenzione massima, per poter tradurre nella concretezza
delle nostre strutture questa proposta di Dio.
D. – E in particolare
oggi, le nuove forme di comunità cristiana sono anche dei presidi che possono arginare
derive spirituali, etiche, economiche…
R. – Sicuramente, hanno una valenza
territoriale: la presenza di una comunità cristiana e quindi di persone che si appassionano
per una causa - perché gli uomini possano vivere quella felicità profonda che soltanto
Dio dà - è sicuramente una presenza che cambia la società.
D. – Cambia,
dunque la società. Ma come è cambiato in questi ultimi anni il tessuto delle comunità
cristiane?
R. – E’ cambiato perché anche le comunità cristiane vivono
le stesse difficoltà della società. Cambiano tutte le situazioni, ma la comunità cristiana
non è che si adatti. Vede questo come la carne in cui si può realizzare la salvezza
e quindi con grande intelligenza e passione accoglie il dono di Dio e ritraduce la
sua vita come un’offerta sponsale a Dio, a questo sposo dell’umanità.