2010-06-24 14:50:09

Spagna: per i vescovi il Crocifisso riflette il sentimento religioso


Insieme con altre conferenze episcopali e diverse istanze sia statali sia sociali di tutto il Continente, “la Commissione permanente della Conferenza episcopale spagnola, desidera sottolineare l'importanza del Crocifisso per le convinzioni religiose dei Paesi e per le tradizioni culturali dell'Europa”. Lo si legge in una nota della Commissione episcopale riunita fino ad oggi a Madrid. “Grazie proprio al cristianesimo – sottolinea il testo ripreso dall'agenzia Sir -, l'Europa ha saputo affermare l'autonomia dei campi spirituale e temporale e aprirsi al principio della libertà religiosa, rispettando tanto i diritti dei credenti quanto quelli dei non credenti. Questo si vede più chiaramente ai nostri giorni, quando altre religioni si diffondono tra noi sotto la protezione di questa realtà”. Per i vescovi, “la presenza di simboli religiosi cristiani negli ambiti pubblici, in particolare la presenza della croce, riflette il sentimento religioso dei cristiani di tutte le confessioni e non pretende di escludere nessuno”. Al contrario, secondo i vescovi spagnoli, la presenza dei simboli religiosi, in particolare la croce, “è espressione di una tradizione alla quale tutti riconoscono un gran valore e una grande funzione catalizzatrice nel dialogo tra le persone di buona volontà e come sostegno per chi soffre e i bisognosi, senza distinzione di fede, razza o nazione”. Nella cultura e nella tradizione religiosa cristiane, prosegue la nota, “la croce rappresenta la salvezza e la libertà dell'umanità. Dalla croce sorgono l'altruismo e la generosità più puri, così come una sincera solidarietà offerta a tutti, senza imporre niente a nessuno”. Perciò, “le società di tradizione cristiana non dovrebbero opporsi all'esposizione pubblica dei suoi simboli religiosi, in particolare, nei luoghi nei quali si educano i bambini”. Altrimenti, “difficilmente queste società potranno arrivare a trasmettere alle generazioni future la propria identità e i loro valori”. “Si convertirebbero – proseguono i vescovi - in società contraddittorie che respingono l'eredità spirituale e culturale nella quale affondano le loro radici e si chiudono il cammino del futuro. Mettersi contro i simboli dei valori che modellano la storia e la cultura di un Paese – si legge nella nota - è lasciarlo indifeso davanti ad altre offerte culturali, non sempre benefiche, e accecare le fonti basilari dell’etica e del diritto che si sono mostrati feconde nel riconoscimento, la promozione e la tutela della dignità della persona”. “Il diritto alla libertà religiosa – osservano i vescovi spagnoli - esiste e si afferma ogni volta di più nei Paesi dell’Europa. In alcuni di essi si permettono esplicitamente altri simboli religiosi, sia per legge o per la loro accettazione spontanea”. Le chiese e le comunità cristiane “favoriscono il dialogo tra esse e con le altre religioni e agiscono come parte integrante delle loro rispettive realtà nazionali”. (R.P.)









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