Mons. Toso al Simposio internazionale dei docenti universitari: dalla "Caritas in
veritate" l'impulso a rinnovare le culture
“La Caritas in veritate offre la speranza di una rinascita spirituale e morale”
e pone “le basi di una nuova progettualità atta a superare gli squilibri globali”.
E’ uno dei passaggi, anticipati dall’Osservatore Romano, dell’intervento del segretario
del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, mons. Mario Toso, in occasione dell’apertura,
stamani, del VII Simposio internazionale dei docenti universitari. L’incontro, in
programma a Roma fino al prossimo 26 giugno, è incentrato sul tema: “Caritas in
veritate. Verso un’economia al servizio della famiglia umana. Persona, società,
istituzioni”. Sull’intervento di mons. Toso, il servizio di Amedeo Lomonaco: In una società
che assume “le sembianze di una convivenza senza un costrutto unificante se non quello
del mercatismo e della tecnocrazia”, la Caritas in veritate – sottolinea mons.
Mario Toso – può divenire la magna charta, come la Rerum novarum di
Papa Leone XIII a cavallo tra Ottocento e Novecento, “di un impegno rinnovatore delle
culture e della concezione dello sviluppo della famiglia umana”. In un mondo globalizzato
segnato da “trasformazioni tumultuose”, si devono promuovere scelte che “non facciano
aumentare in modo eccessivo e moralmente inaccettabile le differenze di ricchezza
e che si continui a perseguire quale priorità l’obiettivo dell’accesso al lavoro o
del suo mantenimento”. L’aumento sistemico delle disuguaglianze – fa notare il presule,
riferendosi alla Caritas in veritate – “non solamente tende a erodere la coesione
sociale ma ha anche un impatto negativo sul piano economico”.
Altre
dinamiche tese a far acquisire una maggiore competitività internazionale, come “l’abbassamento
del livello di tutela dei diritti dei lavoratori e la rinuncia a meccanismi di distribuzione
del reddito”, impediscono in realtà “l’affermarsi di uno sviluppo di lunga durata”.
Vanno poi attentamente valutate “le conseguenze sulle persone delle tendenze attuali
verso un’economia del breve, talvolta brevissimo termine”. Di fronte a queste tendenze,
conclude mons. Mario Toso, si deve perseguire l’obiettivo indicato nell’Enciclica:
quello di una “nuova e approfondita riflessione sul senso dell’economia e dei suoi
fini, nonché una revisione profonda e lungimirante del modello di sviluppo”. Si tratta
di elaborare nuove progettualità per disegnare “un’economia che ponga al centro la
persona e sia, di conseguenza, al servizio del bene della famiglia umana”.