2010-06-24 14:55:08

La festa liturgica di San Giovanni Battista, l'uomo di Dio per eccellenza


È l’ultimo profeta dell’Antico Testamento e il primo apostolo di Gesù, detto il Battista, perché in segno di purificazione dai peccati e di nascita a vita nuova immergeva nelle acque del Giordano chi accoglieva la sua parola, offrendo cioè un battesimo di pentimento. San Giovanni, di cui la Chiesa oggi celebra la natività, è l’unico Santo, dopo Maria, ad essere ricordato nella liturgia anche nel giorno della nascita terrena e il culto a lui dedicato ha avuto larga diffusione sia in Oriente che in Occidente. Ma qual è il motivo di questa singolarità liturgica? Tiziana Campisi lo ha chiesto a padre Italo Colombini, superiore generale della Congregazione di San Giovanni Battista Precursore, istituzione religiosa maschile che ha lo scopo di aiutare e sostenere i sacerdoti:RealAudioMP3  
R. – Ce lo dice Gesù: “Tra i nati di donna, non ce n’è uno più grande di Giovanni il Battista”. Mi stavo domandando: come può un Santo, che ha vissuto nel nascondimento, nel deserto, dedito alla preghiera, alla penitenza, come possa il suo esempio diventare un esempio da imitare, specialmente dai preti in attività pastorale. Poi, pensandoci bene, la prima comunità precristiana è stata la sua, con i suoi discepoli, che poi diventarono i primi apostoli del Signore, e il giorno dopo il Battesimo di Gesù lo seguirono. Allora, la preghiera, la penitenza, il deserto non sono un impedimento alla vita di comunione fra di noi: anzi, sono un incentivo alla vera comunione, perché la vera comunione non è un "fare comunella", oppure una cricca fatta solo per stare assieme, giudicando gli altri. La vera comunione può partire solo da Dio, che è comunione d’amore. La via della comunione è essenzialmente la via dell’incontro con Dio. Questa per me è la scelta di Giovanni Battista: entrare nel deserto, fare silenzio dentro di sé, nella preghiera, nella penitenza per abbandonare ogni progetto ideale terreno, prendendo le distanze da questo mondo, lasciare che Dio possa parlare al suo cuore. In questo modo Giovanni Battista è entrato nella comunione con Dio.

D. – In che modo si può recepire oggi il messaggio di Giovanni Battista?

R. – Scoprendo l’esigenza fondamentale, la più importante della nostra vita: l’uomo ha bisogno di Dio. Giovanni è l’uomo di Dio per eccellenza, quello che ha messo da parte tutto. Io penso che sia il secondo per eccellenza: non si è mai messo al primo posto, non ha mai cercato il primo posto. Oggi, c’è la corsa al primo posto: tutti cercano il primo posto, pensando di essere felici lì, ma noi non siamo felici quando possediamo tutto quello cui aspiriamo. Giovanni ci insegna il grande segreto della nostra felicità, perché tutti andiamo alla ricerca della felicità, ed è il primato di Dio nella nostra vita, poiché la vita del cristiano è avere sempre presente la vita eterna. Cosa deve cambiare nella nostra vita? Secondo me, prima di tutto, la smania di essere qualcuno, di farsi un nome, perché Dio è l’unico Signore dell’universo, a Lui solo appartiene l’onore e la gloria. Verificare che cosa si genera in noi, solo quando la comunione, l’amore con Dio si attuerà in noi, come il Battista, e non avremo paura di perdere la nostra vita. Chi ci toglierà la vita, non potrà toglierci ciò che abbiamo conquistato, cioè il nostro Dio. La comunione con Dio, e fra di noi, dovrà essere l’unico nostro tesoro.







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