2010-06-23 14:36:29

Intervento dell’arcivescovo Marchetto: gli studenti stranieri sono promotori di pace e sviluppo


Le Università siano promotrici di un nuovo umanesimo: è l’esortazione dell’arcivescovo Agostino Marchetto in occasione del VI Seminario Romano dell’Associazione dei Colleges e delle Università cattoliche degli Stati Uniti d’America. Nell’intervento, in programma domani e che siamo in grado di anticipare, il segretario del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti si sofferma sul contributo che gli studenti stranieri possono offrire alla pace e allo sviluppo. Il servizio di Alessandro Gisotti: RealAudioMP3




“Gli studenti di oggi sono il futuro di domani e gli studenti stranieri sono parte di un futuro globale di pace e giustizia”: è uno dei passaggi chiave dell’articolato discorso dell’arcivescovo Agostino Marchetto agli atenei cattolici americani. Il presule mette l’accento sulle opportunità offerte dalla globalizzazione della cultura e, in particolare, dalla mobilità degli studenti universitari da un Paese all’altro. Gli scambi culturali, rileva il presule richiamando la Caritas in Veritate, costituiscono uno strumento per la costruzione della pace. Mons. Marchetto esorta dunque le istituzioni accademiche a promuovere un “nuovo umanesimo”, mettendo la dignità umana al centro dell’insegnamento. Le Università, annota, devono essere luoghi in cui si sviluppino la cultura e la solidarietà. Il corso di studi, soggiunge mons. Marchetto, deve riflettere tutto il ventaglio dei saperi senza concentrarsi solo su un paradigma utilitarista. Il presule cita, dunque, il cardinale John Henry Newman e la sua “idea di università” che abbraccia ogni forma di conoscenza, dalla teologia alla medicina.

Una parte significativa del discorso viene dedicata dal presule al binomio studenti stranieri-migranti nell'era della globalizzazione. Questi studenti, osserva mons. Marchetto, facilitano lo scambio culturale, portando con loro una serie di opportunità per ampliare e arricchire l’ambiente universitario a più livelli. Tuttavia, è il suo monito, gli studenti stranieri non devono essere visti dai Paesi che li accolgono solo come una fonte di guadagno, ma come promotori di dialogo in vista di un mondo stabile e pacifico. Un vero umanesimo cristiano, sottolinea il presule, è aperto agli studenti e ai professori come alle culture e anche alle differenti religioni, per promuovere il rispetto e la tolleranza, senza cedere al relativismo.









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