2010-06-23 12:26:30

I vescovi greci: i segni religiosi garantiscono la convivenza pacifica


Proibire il crocifisso nei luoghi pubblici non aiuterà la convivenza pacifica in Europa, ammoniscono in una nota i vescovi greci, in vista della sentenza del prossimo 30 giugno sul ricorso presentato dall'Italia e sostenuto da altri Paesi riguardo al ritiro dei crocifissi dai luoghi pubblici. Il comunicato - di cui riferisce l'agenzia Zenit - è firmato dal presidente del Santo Sinodo delle agerachia cattolica della Grecia, mons. Franghiskos Papamanolis, vescovo di Santorini e vicario di Creta, e dal segretario, mons. Nikolaos Printesis, arcivescovo di Naxos, Andros, Tinos e Mykonos e vicario di Chios. Per i presuli greci, "la condanna dell'Italia, un Paese con una cultura cristiana universale e una tradizione storica, la cui capitale è allo stesso tempo la Sede apostolica del vescovo di Roma e il centro della Chiesa cattolica, sarebbe il principale di una serie di atti già specificati, tra cui il rifiuto dei dirigenti politici e dei rappresentanti dei Paesi europei di riconoscere nella Costituzione le radici cristiane del nostro vecchio continente". "Una piccola minoranza può impedire che la grande maggioranza esprima la sua fede in conformità con le tradizioni del suo popolo, ma allo stesso tempo non si permetterà di impedire alla maggioranza delle minoranze religiose di esprimere la propria fede", avvertono. I presuli insistono sul fatto che "il rispetto reciproco delle tradizioni religiose è necessario in una società che sta diventando sempre più multiculturale". "In questo modo si assicura la convivenza pacifica di tutti i credo e di tutte le tradizioni, condannando ogni forma di fondamentalismo religioso, che all'umanità ha portato solo dolore". "Non si deve” dunque “proibire - concludono i vescovi greci - l'esibizione pubblica di simboli religiosi cristiani nelle società che hanno secoli di tradizione cristiana, soprattutto nei luoghi in cui cresce l'autocoscienza religiosa di bambini e giovani". "Il contrario sarebbe una contraddizione e la negazione del patrimonio spirituale e culturale di un Paese, in cui le radici fanno parte del futuro". (R.G.)








All the contents on this site are copyrighted ©.