I vescovi del Sudan sostengono il referendum per l’indipendenza del Paese
Il Sudan meridionale voterà per la propria indipendenza il 9 gennaio del prossimo
anno. La gran parte dei cristiani e degli animisti del Sud sta cercando di staccarsi
dal nord islamico dopo sei decenni di conflitto e 21 anni di guerra. I vescovi locali
ritengono però che la politica stia contrastando il buon esito dell’iniziativa democratica
specie a motivo dei molti interessi derivanti dalle riserve di petrolio scoperte nel
1990 nel Sud Sudan. Mons. Rudolf Deng Majak, vescovo di Wau e presidente della Conferenza
episcopale del Sudan e mons. Daniel Adwok, vescovo titolare di Mossori, sostengono
- riferisce l’Osservatore Romano - che il referendum istituito ai sensi dell'Accordo
di pace globale del 2005 “deve essere assicurato da parte degli Stati Uniti e di altre
nazioni. È nel migliore interesse di tutti nel Nord e nel Sud Sudan che l'accordo
di pace evolva nella sua logica conclusione. Ma la nostra convinzione è che sia nel
Nord che nel Sud ci siano persone che stanno minando, ostacolando la realizzazione
del referendum per l'indipendenza”. I presuli affermano con forza che “Le popolazioni
del Nord e del Sud Sudan per progredire nella dimensione democratica, per vivere una
vita con dignità, benessere, felicità e stabilità, hanno bisogno di riconciliazione
e di una pace giusta e duratura. Hanno entrambi bisogno di un Sudan libero dalla violenza
e che si impegni nella ricerca del bene comune.” (M.A.)