I cattolici argentini contro il progetto di legge sulle unioni gay
La Camera dei deputati argentina ha approvato a maggio la legge che ammette i matrimoni
omosessuali, ora la norma deve passare all'esame del Senato. La comunità cattolica
locale torna a mobilitarsi in questi giorni contro quello che si annuncia come un
provvedimento storico per tutta l'area latinoamericana. Mons. Marcelo Raùl Martorell,
vescovo di Puerto Iguazú, esprime – si apprende dall’Osservatore Romano - un giudizio
fortemente negativo sulle unioni tra persone dello stesso sesso e rilancia il ruolo
insostituibile del matrimonio tra un uomo e una donna e della famiglia, cellula primaria
della società. Il presule sottolinea come “la cosa più grave è che queste coppie omossesuali
possano adottare figli.” In particolare egli sostiene che “il bambino ha il diritto
di crescere e di svilupparsi nella sua dimensione psicosessuale attraverso la complementarità
tra l'uomo e la donna.” Sull’argomento si pronuncia anche mons. Aguer Héctor Rubén,
arcivescovo de La Plata. Secondo il presule è inviolabile il diritto dei bambini argentini
e delle generazioni future, dai quali dipende in larga misura il futuro del Paese,
“di essere educati e cresciuti da un padre e una madre. Non si tratta – dice - di
una questione religiosa, tipica della visione cattolica. In questo campo, ci sono
altre religioni che concordano con l'ordine naturale delle cose, percepito da una
coscienza formata correttamente e che una minoranza ideologica militante cerca di
distorcere, di alterare.” Intanto, il Dipartimento dei laici della Conferenza episcopale
con il sostegno del cardinale Jorge Mario Bergoglio, arcivescovo di Buenos Aires e
primate di Argentina, ha organizzato una manifestazione che si svolgerà il 13 luglio
nella capitale. Lo slogan dell’evento sarà: “Vogliamo una mamma e un papà per i nostri
figli.” (M.A.)