Domani Benedetto XVI al Centro "Don Orione" e al Monastero domenicano di Monte
Mario
Grande attesa al Centro “Don Orione” di Roma-Monte Mario, dove Benedetto XVI si recherà
la mattina di giovedì prossimo. L’occasione della visita è la benedizione della statua
di Maria “Salus populi romani”, dopo il lavoro di restauro e la ricollocazione dell’immagine
sulla torretta dell’edificio, avvenuta il 15 giugno scorso. Lasciato il Centro, il
Pontefice raggiungerà il Monastero Domenicano di Santa Maria del Rosario a Monte Mario,
dove incontrerà la comunità delle Monache di clausura. Proprio alla priora del Monastero,
suor Maria Angelica, Federico Piana ha chiesto di raccontare come la
comunità monastica si sta preparando a questo importante avvenimento:
R.
– Innanzitutto c'è lo stupore per il fatto che il Santo Padre ci degni di venire qui.
C'è poi una preparazione spirituale, perché, come ci diciamo sempre tra noi consorelle,
il Papa non è soltanto il vicario di Cristo, ma per noi è “il dolce Cristo in terra”,
prendendo le parole della nostra consorella Santa Caterina da Siena. L’attesa è di
gioia, intensa gioia, di gratitudine al Signore, perché la nostra vita, la nostra
comunità ha un impegno fortissimo per la preghiera per il Santo Padre ogni giorno.
Per questo, non poteva farci un dono più grande il Signore: vedere il Papa da vicino.
D.
– Cosa state facendo per prepararvi? Quali sono le attività che state dedicando alla
visita del Papa?
R. – Intanto stiamo preparando dei
doni: un reliquiario della nostra novizia iconografa. Le stiamo facendo fare una riproduzione
della Madonna di San Luca.
D. – Nel monastero sono
custodite le antiche icone della Vergine, detta "Madonna di San Luca", del VII secolo.
Ci racconta perché è importante questa icona?
R. – Per
noi è importantissima, perché l'icona è stata la prima ad entrare nella clausura,
nel monastero di San Sisto Vecchio. Quindi, per noi rappresenta la Madonna e ci ha
preceduto, è entrata prima di noi nel monastero. Poi, perché San Domenico l’ha portata
con le sue mani in processione, a piedi scalzi, di notte da Santa Maria in Tempulo
a San Sisto. Quindi, per noi l’icona della Madonna è un simbolo grandissimo, come
il Crocifisso di San Damiano per San Francesco. Rappresenta tutta la tradizione domenicana
per l’istituzione del Rosario da parte di San Domenico ed è stata proprio la Vergine
Santa, che ha sostenuto tutta l’attività dell’opera di San Domenico.
D.
– Vogliamo anche raccontare la storia in sintesi - 800 anni sono tanti - del vostro
monastero?
R. – Ha avuto inizio il 28 febbraio del 1221,
presso la Basilica di San Sisto, quando San Domenico ebbe come incarico dal Papa,
Onorio III, di riunire insieme questi monasteri, che già esistevano a Roma, ma che
non avevano più una clausura. San Domenico li ha riuniti il 28 febbraio 1221, portando
questa icona, e dietro di lui tutte le monache che hanno aderito a questo progetto
di rifondazione della clausura a Roma. Nel 1575 si trasferì al nuovo monastero dei
Santi Domenico e Sisto, che fu costruito da San Pio V, attuale sede dell’Università
Angelicum. E poi dal 1931 siamo qui a Monte Mario. (Montaggio a cura di
Maria Brigini)