2010-06-22 14:22:58

Domani Benedetto XVI al Centro "Don Orione" e al Monastero domenicano di Monte Mario


Grande attesa al Centro “Don Orione” di Roma-Monte Mario, dove Benedetto XVI si recherà la mattina di giovedì prossimo. L’occasione della visita è la benedizione della statua di Maria “Salus populi romani”, dopo il lavoro di restauro e la ricollocazione dell’immagine sulla torretta dell’edificio, avvenuta il 15 giugno scorso. Lasciato il Centro, il Pontefice raggiungerà il Monastero Domenicano di Santa Maria del Rosario a Monte Mario, dove incontrerà la comunità delle Monache di clausura. Proprio alla priora del Monastero, suor Maria Angelica, Federico Piana ha chiesto di raccontare come la comunità monastica si sta preparando a questo importante avvenimento:RealAudioMP3

 

R. – Innanzitutto c'è lo stupore per il fatto che il Santo Padre ci degni di venire qui. C'è poi una preparazione spirituale, perché, come ci diciamo sempre tra noi consorelle, il Papa non è soltanto il vicario di Cristo, ma per noi è “il dolce Cristo in terra”, prendendo le parole della nostra consorella Santa Caterina da Siena. L’attesa è di gioia, intensa gioia, di gratitudine al Signore, perché la nostra vita, la nostra comunità ha un impegno fortissimo per la preghiera per il Santo Padre ogni giorno. Per questo, non poteva farci un dono più grande il Signore: vedere il Papa da vicino.

 

D. – Cosa state facendo per prepararvi? Quali sono le attività che state dedicando alla visita del Papa?

 

R. – Intanto stiamo preparando dei doni: un reliquiario della nostra novizia iconografa. Le stiamo facendo fare una riproduzione della Madonna di San Luca.

 

D. – Nel monastero sono custodite le antiche icone della Vergine, detta "Madonna di San Luca", del VII secolo. Ci racconta perché è importante questa icona?

 

R. – Per noi è importantissima, perché l'icona è stata la prima ad entrare nella clausura, nel monastero di San Sisto Vecchio. Quindi, per noi rappresenta la Madonna e ci ha preceduto, è entrata prima di noi nel monastero. Poi, perché San Domenico l’ha portata con le sue mani in processione, a piedi scalzi, di notte da Santa Maria in Tempulo a San Sisto. Quindi, per noi l’icona della Madonna è un simbolo grandissimo, come il Crocifisso di San Damiano per San Francesco. Rappresenta tutta la tradizione domenicana per l’istituzione del Rosario da parte di San Domenico ed è stata proprio la Vergine Santa, che ha sostenuto tutta l’attività dell’opera di San Domenico.

 

D. – Vogliamo anche raccontare la storia in sintesi - 800 anni sono tanti - del vostro monastero?

 

R. – Ha avuto inizio il 28 febbraio del 1221, presso la Basilica di San Sisto, quando San Domenico ebbe come incarico dal Papa, Onorio III, di riunire insieme questi monasteri, che già esistevano a Roma, ma che non avevano più una clausura. San Domenico li ha riuniti il 28 febbraio 1221, portando questa icona, e dietro di lui tutte le monache che hanno aderito a questo progetto di rifondazione della clausura a Roma. Nel 1575 si trasferì al nuovo monastero dei Santi Domenico e Sisto, che fu costruito da San Pio V, attuale sede dell’Università Angelicum. E poi dal 1931 siamo qui a Monte Mario. (Montaggio a cura di Maria Brigini)








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