Vescovi ungheresi: il crocifisso è "simbolo di salvezza e libertà per tutti"
Sul ricorso alla Corte europea di Strasburgo riguardo alla presenza dei simboli religioni
nei luoghi pubblici scendono in campo anche i vescovi ungheresi. “La presenza dei
simboli religiosi cristiani, in particolare della croce – scrive in una nota il cardinale
Péter Erdő, arcivescovo di Esztergom-Budapest nonché presidente della Conferenza episcopale
ungherese – non ha alcuna intenzione di escludere nessuno, esprime piuttosto una tradizione
che tutti conoscono e in cui ciascuno può riconoscere un insieme di alti valori che
incoraggiano il dialogo e spingono a mettersi a servizio dei sofferenti e dei bisognosi
senza distinzione di fede, etnia o nazionalità”. Il simbolo della croce - riferisce
l'agenzia Sir - è poi l’espressione massima della “salvezza comune e della libertà
dell’umanità. Esso – spiega il cardinale Erdő - non impone una religione, ma esprime
la più alta forma di altruismo e generosità nonché il più profondo atto di solidarietà
offerto a tutti”. “Pertanto – prosegue la nota dell’arcivescovo - le società di tradizioni
cristiane non dovrebbero rifiutare l’esposizione pubblica del loro simboli religiosi,
in particolare nei luoghi in cui i loro bambini sono educati; altrimenti quelle società
rischiano di fallire nel compito di trasmette alle future generazioni la loro stessa
identità e valori”. Da qui, l’appello affinché in Europa “i simboli religiosi siano
permessi dalla legge e per spontanea accettazione”. (R.P.)