La Chiesa ricorda il patrono degli studenti, San Luigi Gonzaga. Stasera concerto all'Università
Gregoriana
Patrono dei giovani e in particolare degli studenti: con questo titolo la Chiesa ricorda
oggi San Luigi Gonzaga che al potere del suo ricco casato preferì la consacrazione
nella Compagnia di Gesù. A Roma, se ne fa memoria con un tradizionale concerto, questa
sera alle 21 alla Pontificia Università Gregoriana. A eseguirlo sarà la Banda dell’Esercito
italiano, che proporrà un ampio programma con incluse musiche di Rossini, Verdi, e
Bellini. I tratti salienti di San Luigi Gonzaga li ricorda il rettore della Gregoriana,
padre Gianfranco Ghirlanda, al microfono di Tiziana Campisi:
R.
– San Luigi Gonzaga dobbiamo inquadrarlo nel contesto storico e nel contesto familiare.
Il contesto storico è quello del XVI secolo, all’interno di una famiglia nobile e
potente, e quindi di tutte quelle che potevano essere le attrattive che venivano a
lui. E lui era il primogenito! Quindi, ciò che fa spicco nella sua personalità è di
aver rinunciato a questo, ma per qualche cosa che per lui è diventato un valore ancora
maggiore. La sua è una contestazione non arrabbiata del potere, dell’avarizia, della
ricchezza che erano proprie della sua famiglia. Quindi, una contestazione attraverso
il Vangelo.
D. – Che cosa ci trasmette oggi la figura
di San Luigi Gonzaga?
R. – Noi viviamo oggi in una società
dove tutto è basato sul successo, in qualche modo sulla onnipotenza umana che oggi
potrà essere quello della tecnica, quello della scienza – allora era quello del potere
e della nobiltà. Oggi l’attrazione, la tentazione del giovane è voler avere tutto
immediatamente e soddisfare ogni desiderio, qualsiasi esso sia: il successo, l’apparire
… Invece, se vogliamo costruire una società migliore, in che maniera possiamo contestare
questo? In maniera arrabbiata o vivendo e testimoniando dei valori profondamente umani,
profondamente cristiani e profondamente sociali? San Luigi è morto assistendo gli
ammalati di Roma: proprio trasportando uno di questi ammalati, anche lui si è ammalato
ed è morto di questo a 23 anni. Quindi, la sua è stata veramente una dedizione anche
di carattere sociale, di un’assistenza sociale ai poveri, ai più abbandonati della
città di Roma.
D. – Vita breve, quella di San Luigi
Gonzaga, ma che ha lasciato un segno forte. In particolare, di cosa fare tesoro della
vita di questo santo?
R. – Direi, la decisione verso
qualche cosa che afferra. Che afferra come grande, non come un ideale astratto ma
un ideale che diventa concreto, poi, nella propria vita e che viene percepito come
qualcosa di grande e questo qualcosa di grande, poi, è Gesù Cristo, insomma. Ma è
un Gesù Cristo incarnato, non un Gesù Cristo disincarnato come potrebbe sembrare anche
da una certa iconografia.
D. – Perché l’iconografia
gregoriana ricorda particolarmente la figura di San Luigi Gonzaga?
R.
– Perché è stato alunno del Collegio Romano. Lui entrò nel Noviziato a Sant’Andrea
al Quirinale e poi passò al Collegio Romano per gli studi di filosofia e di teologia.
D.
– E in che modo oggi l’ateneo ne conserva l’eredità spirituale?
R.
– Il nostro intento, almeno, è quello di una formazione integrale, una formazione
certo intellettuale, ma una formazione intellettuale che si integri in una formazione
spirituale, in una formazione profondamente umana che incarni, quindi, la fede tenendo
presenti le necessità della Chiesa e della società di oggi. E volendo trasmettere
dei valori che siano quei valori sulla base dei quali si può effettivamente costruire
una autentica convivenza tra gli uomini, e non una società del potere o del denaro
o del successo, semplicemente.