2010-06-21 13:03:55

La Chiesa ricorda il patrono degli studenti, San Luigi Gonzaga. Stasera concerto all'Università Gregoriana


Patrono dei giovani e in particolare degli studenti: con questo titolo la Chiesa ricorda oggi San Luigi Gonzaga che al potere del suo ricco casato preferì la consacrazione nella Compagnia di Gesù. A Roma, se ne fa memoria con un tradizionale concerto, questa sera alle 21 alla Pontificia Università Gregoriana. A eseguirlo sarà la Banda dell’Esercito italiano, che proporrà un ampio programma con incluse musiche di Rossini, Verdi, e Bellini. I tratti salienti di San Luigi Gonzaga li ricorda il rettore della Gregoriana, padre Gianfranco Ghirlanda, al microfono di Tiziana Campisi:RealAudioMP3

 

R. – San Luigi Gonzaga dobbiamo inquadrarlo nel contesto storico e nel contesto familiare. Il contesto storico è quello del XVI secolo, all’interno di una famiglia nobile e potente, e quindi di tutte quelle che potevano essere le attrattive che venivano a lui. E lui era il primogenito! Quindi, ciò che fa spicco nella sua personalità è di aver rinunciato a questo, ma per qualche cosa che per lui è diventato un valore ancora maggiore. La sua è una contestazione non arrabbiata del potere, dell’avarizia, della ricchezza che erano proprie della sua famiglia. Quindi, una contestazione attraverso il Vangelo.

 

D. – Che cosa ci trasmette oggi la figura di San Luigi Gonzaga?

 

R. – Noi viviamo oggi in una società dove tutto è basato sul successo, in qualche modo sulla onnipotenza umana che oggi potrà essere quello della tecnica, quello della scienza – allora era quello del potere e della nobiltà. Oggi l’attrazione, la tentazione del giovane è voler avere tutto immediatamente e soddisfare ogni desiderio, qualsiasi esso sia: il successo, l’apparire … Invece, se vogliamo costruire una società migliore, in che maniera possiamo contestare questo? In maniera arrabbiata o vivendo e testimoniando dei valori profondamente umani, profondamente cristiani e profondamente sociali? San Luigi è morto assistendo gli ammalati di Roma: proprio trasportando uno di questi ammalati, anche lui si è ammalato ed è morto di questo a 23 anni. Quindi, la sua è stata veramente una dedizione anche di carattere sociale, di un’assistenza sociale ai poveri, ai più abbandonati della città di Roma.

 

D. – Vita breve, quella di San Luigi Gonzaga, ma che ha lasciato un segno forte. In particolare, di cosa fare tesoro della vita di questo santo?

 

R. – Direi, la decisione verso qualche cosa che afferra. Che afferra come grande, non come un ideale astratto ma un ideale che diventa concreto, poi, nella propria vita e che viene percepito come qualcosa di grande e questo qualcosa di grande, poi, è Gesù Cristo, insomma. Ma è un Gesù Cristo incarnato, non un Gesù Cristo disincarnato come potrebbe sembrare anche da una certa iconografia.

 

D. – Perché l’iconografia gregoriana ricorda particolarmente la figura di San Luigi Gonzaga?

 

R. – Perché è stato alunno del Collegio Romano. Lui entrò nel Noviziato a Sant’Andrea al Quirinale e poi passò al Collegio Romano per gli studi di filosofia e di teologia.

 

D. – E in che modo oggi l’ateneo ne conserva l’eredità spirituale?

 

R. – Il nostro intento, almeno, è quello di una formazione integrale, una formazione certo intellettuale, ma una formazione intellettuale che si integri in una formazione spirituale, in una formazione profondamente umana che incarni, quindi, la fede tenendo presenti le necessità della Chiesa e della società di oggi. E volendo trasmettere dei valori che siano quei valori sulla base dei quali si può effettivamente costruire una autentica convivenza tra gli uomini, e non una società del potere o del denaro o del successo, semplicemente.








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