I portavoce delle Conferenze episcopali europee: la comunicazione sia a servizio
della Verità
L’uso dei mezzi di comunicazione sociali deve essere a servizio della verità e della
dignità della persona, più che del perseguimento di una comunicazione persuasiva ed
efficace; la volontà di informare, inoltre, deve essere trasparente e offrire un’informazione
documentata e puntuale sulle molteplici attività della Chiesa: questo è il modello
di comunicazione cristiana ritratta nel convegno annuale dei portavoce delle Conferenze
episcopali d’Europa sul tema “La comunicazione in tempo di crisi”. L’incontro ha avuto
luogo dal 16 al 19 giugno scorsi, tra Bratislava e Nitra, in Slovacchia. La crisi
cui si è fatto riferimento, riguarda gli abusi su minori da parte di sacerdoti o religiosi:
un argomento particolarmente delicato e doloroso, quest’anno, che alcune Conferenze
episcopali dell’Europa occidentale si sono trovate ad affrontare, mantenendo il proprio
impegno a servizio della Verità. I portavoce delle Conferenze episcopali d’Irlanda
e Germania hanno raccontato la propria esperienza professionale in risposta alla continua
domanda d’informazione da parte dei media nazionali e internazionali. La lettera del
Papa ai cattolici irlandesi è stata di grande aiuto in questo senso, e ha rappresentato
una risposta completa ai pressanti interrogativi, una condanna ferma della Chiesa
a questi atti e una chiara manifestazione di vicinanza alle vittime delle violenze.
La riflessione guidata dal vice decano della facoltà di Comunicazione istituzionale
della Pontificia Università Santa Croce, si è soffermata proprio su questo: la chiamata
della Chiesa a dare risposte esaustive e immediate. Sui processi di costruzione dell’opinione
pubblica, poi, è intervenuto il rettore dell’Università Cattolica slovacca di Ružomberok,
Tadeusz Zasepa, che ha sottolineato come sia necessario che chi, nella Chiesa, è preposto
a comunicare, lo faccia dando tutti gli elementi indispensabili a un giudizio responsabile.
I portavoce delle Conferenze episcopali si sono quindi concentrati sulle modalità
di miglioramento della comunicazione tra loro e con le autorità: a questo proposito
il presidente della Conferenza episcopale della Slovacchia, impegnata nella formazione
professionale in questo campo, ha evidenziato i buoni rapporti con lo Stato. Infine
Jan Figel, già commissario europeo, ha parlato della sua visione di Europa: un mosaico
di nazioni distinte, ma legate tra loro, alla ricerca dell’unità nella diversità.
Importante per il futuro è dunque la riflessione sul ruolo delle religioni e delle
comunità religiose in ambito educativo. (A cura di Roberta Barbi)