Isole Papua: il terremoto ha colpito anche le chiese locali
La chiesa parrocchiale di santa Maria a Serui (Yapen Regency, Isola Biak) ha subito
gravi danni per il terremoto di grado 7,1 che mercoledì scorso ha colpito Papua e
altre isole della zona. Il parroco padre Ignatius Widodo, dell’ordine del Sacro Cuore,
spiega all'agenzia AsiaNews che “l’edificio della chiesa al momento non può essere
più utilizzato”. “E’ urgente – spiega – accertare con ingegneri la solidità della
costruzione per consentirne l’utilizzo ed eliminare il rischio che crolli del tutto”.
Serui, capitale della Yapen Regency, si raggiunge con un volo di 30 minuti con un
aereo turistico dallo scalo principale dell’Isola Biak. Biak è a circa 6 ore di volo
da Jakarta e a 2 dalla capitale provinciale Jayapura. In questa zona remota, vicino
all’Isola Papua, ricca di risorse naturali, ma spesso considerata “sottosviluppata”,
le chiese non sono edifici permanenti, sono costruite con materiale poco resistente.
Il terremoto ne ha danneggiato diverse. Padre Ignatius dice che “anche la chiesa di
San Pietro nel subdistretto Waropen è stata molto danneggiata”. Waropen è una località
ancora più remota, ci si arriva da Serui in 2-3 ore solo su piccole barche attraverso
i fiumi. “La mia congregazione – continua il sacerdote - a SP5 (Satuan Permukiman,
un gruppo di case vicine) è di sole 5 famiglie. Nel SP6 ci sono oltre 20 famiglie
cattoliche e alcune altre vengono da un gruppo di case vicine che appartengono agli
impianti locali di pasta di legno”. A Serui manca l’elettricità e sono scarsi i generi
essenziali. Alcuni aiuti sono stati portati tramite aereo da Biak. “I residenti più
colpiti dal terremoto usano un generatore di elettricità, perché gli impianti elettrici
sono state danneggiati in modo serio”, aggiunge il prete, che spiega che può parlare
per telefono solo grazie alla batteria solare del suo telefono cellulare. Danni seri
hanno subito anche molte piccole chiese protestanti. Il nucleo di Serui è piccolo,
si può girare intorno alla città in appena 10 minuti. Ma la città è graziosa e ha
uno splendido panorama. I cattolici e gli altri cristiani della zona sono soprattutto
migranti che vengono da altre isole, da Tanah Toraja a Central Sulewesi, da Java,
dall’Isola Kei nelle Molucche Sudorientali. (R.P.)