2010-06-19 12:20:47

Il commento di padre Bruno Secondin al Vangelo della domenica


Nella 12.ma Domenica del Tempo ordinario, il brano del Vangelo mostra Gesù a colloquio con i discepoli, ai quali chiede chi la gente crede che Egli sia. E dopo aver rivolto ai Dodici la stessa domanda e aver ascoltato la risposta di Pietro, parla delle sofferenze che dovrà patire e soggiunge:



“Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. Chi vuole salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà”.



Su questo brano del Vangelo ascoltiamo il commento del carmelitano, padre Bruno Secondin, docente di Teologia spirituale alla Pontificia Università Gregoriana:RealAudioMP3

 

Oggi Gesù tenta un minisondaggio: “Le folle, chi dicono che io sia?”, chiede. I discepoli sanno che la gente è entusiasta dei gesti e delle parole di quel maestro. E che lo paragonano ormai a uno dei grandi della storia: Elia, un profeta. E loro, i discepoli, si sentono gratificati da questa fama, si sentono coinvolti in una bella avventura. “Ma voi, chi dite che io sia?”, interrompe Gesù. Pietro ha una risposta fulminante, come è solito fare lui: “Il Cristo di Dio!”.

 

Gesù non commenta l’uscita di Pietro, ma sposta l’attenzione: la realtà è che la strada che lui dovrà percorrere non è in discesa, ma in salita. Sarà un percorso di sofferenza, di emarginazione, di violenza subita: e saranno proprio i capi a organizzare questo. Anzi lo stanno già tramando: e l’entusiasmo delle folle non fermerà i progetti omicidi.

 

Anche per i discepoli il cammino è lo stesso: non la gloria al seguito del maestro di successo, ma la croce quotidiana, l’oscurità e il fallimento. E quindi niente entusiasmo fuori posto, ma silenzio e soprattutto stringere i denti. La vera sequela è a caro prezzo: per tutti i cristiani, nessuno escluso. Perché la grazia è stata data a caro prezzo.








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