Filippine: 'no' dei vescovi ad un nuovo programma di educazione sessuale proposto
dal governo
In molti quartieri della società filippina parlare apertamente di sesso è ancora tabù
e il governo sta cercando di apportare alcuni cambiamenti lanciando, all’inizio dell’anno
scolastico appena avviato, un controverso programma di educazione sessuale che avrebbe
come obiettivo la riduzione del tasso di crescita della popolazione, considerata elemento
di povertà di massa nel Paese che conta circa 92 milioni di abitanti. Immediata è
stata la reazione della Chiesa cattolica che ne ha chiesto l’abolizione. Il Segretario
dell’Istruzione, Mona Valisno, si è dichiarata disponibile ad incontrare i leader
della Chiesa per parlarne. Il progetto - riferisce l'agenzia Fides - prevede di introdurre
un programma di salute riproduttiva tra gli adolescenti in 80 scuole pubbliche elementari
e 79 scuole superiori, con l’intenzione di estenderlo a tutto il Paese. “Il nostro
ruolo è educare i giovani su argomenti che li riguardano direttamente per renderli
consapevoli nelle scelte e delle decisioni da adottare”, si legge in una dichiarazione
del Segretario dell’Istruzione. Gli argomenti spazieranno dall’igiene personale alla
salute riproduttiva, al sesso prematrimoniale, alle gravidanze precoci, all'Aids.
Nei moduli proposti, curati da esperti e psicologi, per garantire che l’informazione
venga data a livello adeguato, non si parla solo di contraccezione, i giovani devono
essere adeguatamente informati su cosa è giusto per loro, sui rischi che corrono.
Tuttavia, il governo si ritiene aperto al confronto con i leader della Chiesa e non
si sa ancora se il programma verrà completamente applicato, rivisto o abolito. La
Conferenza episcopale delle Filippine (Cbcp), che in passato è riuscita a bloccare
una proposta di legge che avrebbe fornito fondi pubblici per l’informazione e l’accesso
al controllo artificiale delle nascite, si è opposta e ha inoltre aggiunto che l’educazione
sessuale dovrebbe e potrebbe essere meglio discussa nella privacy delle famiglie,
non pubblicamente. “Questi non sono argomenti per bambini” ha dichiarato mons. Pedro
Quitorio, responsabile dei media della Cbcp. “E’ meglio che se ne occupino i genitori.
Il sesso dovrebbe essere considerato come un dono di Dio e non solo un aspetto fisico”.
In un recente rapporto delle Nazioni Unite si legge che, visto che il 47% della popolazione
delle Filippine ha una media di meno di 19 anni, c’è bisogno di aiutare questi giovani
dando loro una preparazione che permetta di crescere sani e di fare le scelte giuste
per loro stessi e le loro famiglie. Sempre secondo le Nazioni Unite, nel Paese il
33% dei filippini vive con meno di un dollaro al giorno. Inoltre, circa 5.2 milioni
di bambini in età scolare non sono iscritti a scuola, 11 mamme muoiono ogni giorno
per cause collegate con la gravidanza. Ancora più grave è il tasso di incidenza dell’Hiv
tra i giovani, aumentato cinque volte negli ultimi due anni. (R.P.)