Sicurezza e dignità per i rifugiati: lo ribadisce l'Acnur in vista della Giornata
mondiale di domenica prossima
Sono oltre 43 milioni i rifugati nel mondo, mai così tanti dalla metà degli anni ’90.
L'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Acnur) ha organizzato stamani
a Roma una conferenza in vista della Giornata mondiale del rifugiato che si celebra
domenica. Obiettivo è ribadire che chi fugge da conflitti e persecuzioni abbia diritto
a una vita in sicurezza e dignità. Per l’occasione, stasera il Colosseo sarà illuminato
con il logo dell’Acnur. Il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, ha detto che
la crisi economica non ha fatto altro che aumentare la marginalizzazione. Secondo
il presidente della Repubblica italiana, Giorgio Napolitano, bisogna coniugare solidarietà
e lotta all’oppressione. Il servizio di Alessandro Guarasci:
Guerre,
persecuzioni di ordine sociale e religioso, fame hanno fatto aumentare il numero di
rifugiati nel mondo. Ma preoccupa ancor di più il fatto che stanno diminuendo coloro
che fanno rientro a casa. Secondo l’Acnur, solo in 251 mila sono infatti tornati l’anno
scorso nei loro Paesi d’origine, contro una media annuale, nell’ultimo decennio, di
circa un milione di rimpatriati. Una fotografia, quella dell’Acnur, che vede l’Italia
con cifre molto basse sul fronte dei rifugiati rispetto agli altri Paesi europei:
55 mila (uno ogni mille abitanti) contro i 600 mila della Germania (7 per mille) i
270 mila del Regno Unito (5 per mille), i 200 mila della Francia e gli 80 mila del
Belgio. Un fenomeno, scrive ancora l’Acnur, legato anche alle restrizioni sulle politiche
italiane di immigrazione che hanno inciso sul diritto di asilo: l’anno scorso sono
state presentate infatti quasi la metà delle domande d’asilo (circa 17 mila) rispetto
al 2008, a fronte di un trend mondiale che ha visto il numero di nuove richieste
crescere di circa un milione.Laura Boldrini, portavoce
dell’Acnur Italia:
“A nostro avviso questo è dovuto
anche alla politica dei respingimenti, cioè rimandare indietro le barche, i gommoni
senza sapere chi c’è a bordo, senza un’identificazione e senza dare alle persone la
possibilità di fare una domanda di asilo. Questo, evidentemente, ha inciso molto anche
perché per anni il Mediterraneo è stato la via dell’asilo”.
Non
ancora risolta la questione della chiusura dell’ufficio dell’Acnur in Libia:
“Noi
ci auguriamo che sia una chiusura temporanea. Ci sono delle trattative, dei colloqui.
Riteniamo veramente che sia molto importante riuscire a riaprire l’ufficio, a ritornare
a lavorare anche perché su quel territorio siamo l’unico organismo internazionale
che si occupa di rifugiati e richiedenti asilo”.
L’Alto
Commissariato lancia poi l’allarme bambini afghani: il 45% del totale dei minori in
fuga arriva dal Paese asiatico. L’anno scorso, i minori che sono arrivati dall’Afghanistan
sono stati circa 6 mila minori contro i 3.380 dell’anno prima.