Kirghizistan: allarme umanitario di Oms e Usa. Forse un milione le persone coinvolte
negli scontri
In Kirghizistan, l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) teme che siano più di
un milione le persone coinvolte direttamente o indirettamente nelle violenze dei giorni
scorsi. Anche gli Stati Uniti hanno parlato di crisi umanitaria, chiedendo l’apertura
di un’inchiesta indipendente per chiarire quanto accaduto. Intanto, mentre nel Paese
stanno arrivando i primi aiuti internazionali, il governo ad interim cerca di riprendere
in mano la situazione. Oggi il presidente Otumbayeva ha visitato le zone del sud,
epicentro degli scontri. La cronaca nel servizio di Giuseppe D’Amato:
Siamo
vicini ad una catastrofe umanitaria e il numero delle perdite di vite è, forse, una
decina di volte superiore rispetto a quello finora accertato: queste le tragiche ammissioni
di Roza Otunbayeva oggi, in visita nel sud del Kirghizistan. La leader ad interim
si è recata nei luoghi degli scontri interetnici per rendersi conto di persona della
situazione e coordinare meglio gli aiuti. “Il mondo ha finora guardato la città di
Osh, epicentro dei massacri dei giorni scorsi, ma è nelle campagne che
si è registrata una vera ecatombe”, ha asserito la Otunbayeva. Al momento il bilancio
ufficiale è di 191 morti. Bande di kirghisi ed uzbeki hanno avuto a disposizione perfino
armi pesanti per regolare i conti in sospeso. L’Uzbekistan ha registrato il passaggio
di 92 mila profughi, ma in Kirghizistan vi sarebbero 300-400 mila persone che hanno
lasciato le loro case. Gli aiuti internazionali stanno arrivando a portare conforto.
“Ricostruiremo Osh!”, ha promesso la Otunbayeva, che accusa in precedenza
alcuni politici kirghisi di essere i mandanti dell'escalation di violenza.
Stati
Uniti - condanna a morte
Eseguita una condanna a morte per fucilazione
nello Stato americano dello Utah. L’uomo giustiziato è un duplice omicida che aveva
chiesto esplicitamente il ricorso a questa pratica, abolita nello Stato nel 2004.
L’esecuzione è avvenuta qualche minuto dopo il rifiuto della clemenza da parte delle
autorità locali.
Marea nera
L’amministrazione
Obama sta valutando le offerte di assistenza – inizialmente trascurate - avanzate
da una ventina di Paesi per far fronte all’emergenza Marea Nera a due mesi dal disastro
nel Golfo del Messico. Durante l’audizione di ieri al Congresso, vertici della Bp
sono stati contestati per il mancato rispetto delle regole di sicurezza, malgrado
la rassicurazione del massimo impegno per riparare i danni. Dalla prossima settimana,
i tecnici hanno dichiarato che la compagnia riuscirà a recuperare dalla falla almeno
18 mila barili di greggio al giorno.
Obama - G20
Lettera
del presidente statunitense Obama al G20 di fine mese a Toronto. In caso di diminuzione
di fiducia nella ripresa – scrive – dobbiamo essere pronti a rispondere velocemente
e con forza per evitare un rallentamento dell’attività economica. Obama ha poi sollecitato
i Paesi del vertice a realizzare presto la riforma finanziaria sottolineando inoltre
la necessità di avere tassi di cambio determinati dal mercato per salvaguardare la
vitalità dell’economia.
Haiti
A sei mesi dal
terribile terremoto, che ha devastato Haiti la situazione umanitaria e di ricostruzione
dell’isola continua a rimanere grave. Ad esprimere la propria preoccupazione per le
condizioni di vita ad Haiti è stato il Consiglio Mondiale delle Chiese, che ha lanciato
un appello alla comunità internazionale affinché rafforzi la cooperazione in quest’area.
E tra i tanti problemi che attanagliano questo angolo dei Caraibi emerge nuovamente
il dramma dei bambini coinvolti nel traffico di adozioni illegali. Stefano Leszczynski
ne ha parlato con Paolo Ferrara, responsabile della Campagna per la protezione
dei bambini dell’Ong "Terre des Hommes":
R.
– In Haiti, prima del terremoto, si contavano già circa 300 mila bambini in semi-schiavitù
domestica e il fenomeno degli orfanotrofi più o meno “ufficiali” era già abbastanza
diffuso: si contavano nella sola area di Port-au-Prince circa 700 orfanotrofi censiti
e probabilmente molti altri non censiti.
D. – Con l’enorme
afflusso di organizzazioni internazionali, anche importanti, nel Paese, la situazione
dei bambini è forse un po’ sfuggita di mano, forse non è stata considerata subito
come una priorità …
R. – Anche dopo il terremoto, è
stato difficilissimo intervenire, perché intanto si sono creati una serie di campi
abbastanza informali, in cui non c’era una presenza reale né di organizzazioni internazionali
delle Nazioni Unite, né di organizzazioni internazionali della società civile. Inoltre,
in moltissimi campi, il gruppo di persone che avevano sotto cura il bambino – anche
se non erano i genitori – dichiaravano di essere genitori del bambino perché avevano
paura che lo straniero che faceva il censimento in realtà avesse intenzioni non molto
positive nei riguardi del bambino, quindi volesse immetterlo nel mercato del traffico
dei bambini.
D. – Da un punto di vista pratico, come
si può avviare una efficace opera di prevenzione?
R.
– Tramite il ricongiungimento familiare. Quindi, censimento dei bambini e dei genitori
e ricongiungimento. Un altro aspetto è quello sicuramente legato alle condizioni di
sviluppo del Paese, perché non dimentichiamo che se si è arrivati a questa situazione
è perché la maggior parte degli haitiani hanno perso la speranza in un futuro migliore
dal punto di vista economico, e quindi spesso i genitori in realtà “vendono” i propri
figli nel mercato delle adozioni, sperando che possano poi avere un futuro migliore
in altre famiglie. Nel fare ciò, però, non sanno che questi bambini potrebbero finire
nel mercato della pedofilia internazionale o del traffico di organi.
D.
– E’ possibile immaginare una stima dei bambini di cui si sono perse le tracce?
R.
– Non è ancora possibile stimarlo, però io posso raccontare che in alcuni orfanotrofi
che abbiamo censito abbiamo perso le tracce – dai registri precedenti al conteggio
materiale dei bambini – fino ad un terzo dei bambini; in alcuni casi dobbiamo pensare
che si sia trattato di una vendita di bambini per salvare le casse degli orfanotrofi
stessi, o perché c’è stato un fortissimo afflusso di personaggi non meglio identificati
che erano interessati a sfruttare la confusione per acquistare bambini.
Polonia
In
Polonia, con una visita alla tomba del fratello gemello Lech, morto nella sciagura
aerea del 10 aprile a Smolensk, in Russia, l’ex premier polacco Jarosaw Kaczynski
ha inteso oggi simbolicamente celebrare il loro compleanno. Lo ha fatto nel giorno
di chiusura di campagna elettorale: Jaroslaw Kaczynski è infatti uno dei candidati
alle presidenziali di domenica. Sfiderà il candidato del partito di governo Piattaforma
Civica, Bronislaw Komoroski, dato per favorito prima dell’incidente aereo di due mesi
fa.
Russia
La Russia deve diventare il punto
di riferimento per il mondo intero. Questo lo scopo del progetto di modernizzazione
dell’amministrazione del Paese illustrato dal presidente russo Medvedev al forum economico
internazionale di San Pietroburgo. Il capo del Cremlino ha annunciato una semplificazione
del regime dei visti per favorire gli imprenditori stranieri che intendono investire
in Russia.
Gazprom-Bielorussia
Pressing del gigante
energetico russo Gazprom sulla Bielorussia. Se Minsk non paga i debiti è possibile
la riduzione del gas dell’85 per cento del gas a cominciare da lunedì. Il presidente
bielorusso Lukascenko, dopo aver tentato invano di ottenere prezzi più bassi da Mosca,
ha minacciato di rivolgersi al Brasile per le prossime forniture. Tuttavia questa
ipotesi è ritenuta impraticabile.
Turchia - Curdi
Torna
la tensione nella zona sud occidentale della Turchia. Tre ribelli curdi del Partito
dei Lavoratori del Kurdistan (Pkk) sono stati uccisi in scontri con l'esercito nella
provincia di Erzincan. Secondo le autorità locali i soldati sono intervenuti mentre
elementi del Pkk - che mirano all’indipendenza della regione - stavano preparando
un attacco. I combattimenti nell’area sarebbero ancora in corso. Solo due giorni fa
altri tre ribelli curdi sono stati uccisi in episodi simili nella provincia di Sirnak.
Somalia
Proseguono
a Mogadiscio, capitale della Somalia, i combattimenti fra l’esercito regolare e gli
insorti islamici di Al Shebab legati ad Al Qaeda. E’ di almeno 11 vittime il bilancio
dell’offensiva sferrata stamani dai ribelli, che, secondo fonti locali, sono appoggiati
da elementi terroristici stranieri.
Medio Oriente - Onu
In
Medio Oriente è arrivato anche l’incoraggiamento del segretario generale delle Nazioni
Unite Ban Ki-moon all'annuncio di Israele di alleggerire il blocco sulla Striscia
di Gaza. Il numero uno del Palazzo di Vetro sottolineando però che l’Onu "continua
a puntare ad un cambiamento di politiche fondamentale'' da parte dello Stato ebraico.
Afghansitan
In
Afghanistan, i militari italiani sono finiti nel mirino della guerriglia nella zona
di Herat. Stamattina, un ordigno è esploso al passaggio della loro pattuglia. I soldati
sono rimasti illesi. Intanto, il Pentagono ha sottolineato i progressi nella lotta
contro i talebani raggiunti in questo anno e ha puntato il dito contro la copertura
negativa del conflitto ad opera dei media occidentali.
Afghanistan
- Giappone
Il presidente afghano, Hamid Karzai, in visita ufficiale a Tokyo.
Il leader di Kabul ha invitato le compagnie giapponesi a esplorare le risorse minerarie
del suo Paese, alla luce dello studio geologico Usa secondo cui il sottosuolo dell’Afghanistan
avrebbe un patrimonio minerario intatto dal valore potenziale tra i mille e i tremila
miliardi di dollari.
Pakistan
In Pakistan eccezionali
misure di sicurezza a Lahore e Peshawar nel timore di possibili attentati terroristici
durante le preghiere del venerdì, segnalati negli ultimi giorni dai servizi segreti.
Nelle due città sono stati istituiti meticolosi posti di blocco, mentre soldati presidiano
luoghi pubblici e moschee.
Usa-Pakistan
La giustizia
americana ha formalmente incolpato l’americano di origine pachistana, Faisal Shahzad,
di terrorismo e strage mancata per l’attentato, sventato, del 1 maggio a Time Square,
New York. Lunedì toccherà all’uomo dichiararsi innocente o colpevole delle accuse
mosse nei suoi confronti.
India-Pakistan
Tensione
negli stati del Jammu e del Kashmir, zona contesa fra India e Pakistan. Durante scontri
a fuoco avvenuti la notte scorsa le forze indiane hanno ucciso due guerriglieri fondamentalisti,
appartenenti al movimento Harkat-ul-Mujahideen (HuM). Fonti della polizia hanno indicato
che una delle due vittime era di nazionalità pachistana e l'altra originaria del Kashmir.
Dalai
Lama
Il Dalai Lama è arrivato oggi Giappone per la sua 14.ma visita ufficiale
nel Paese che terminerà il prossimo 28 giugno. Si tratta di una missione a scopo prettamente
religioso con una serie di incontri in programma in diverse città. Domani l'appuntamento
clou a Nagano, dove il leader spirituale tibetano pronuncerà un sermone buddhista
al tempio Zenkoji. Il luogo in questione era finito al centro dell'attenzione nel
2008 quando i suoi monaci si rifiutarono di ospitare la partenza della fiaccola olimpica
dei Giochi di Pechino in segno di protesta verso le aturità cinesi per la repressione
nei confronti dei buddisti in Tibet. (Panoramica internazionale a cura di Eugenio
Bonanata)
Bollettino del Radiogiornale
della Radio Vaticana Anno LIV no. 169
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