Irlanda: appello dei vescovi al parlamento per la tutela del matrimonio
A margine del consueto incontro estivo di Maynoot, tenutosi nei giorni scorsi, i vescovi
irlandesi hanno lanciato un appello al parlamento della Repubblica d'Irlanda a predere
in considerazione gli spunti di riflessione offerti dalla Conferenza episcopale in
vista della discussione finale del Civil Partnership Bill, il disegno di legge sulle
unioni civili, che attualmente ha completato l'iter di esame nell'ambito della commissione
della Camera bassa che si occupa della discussione degli emendamenti. Nella nota pubblicata
dalla Conferenza episcopale, di cui da notizia l’Osservatore Romano, la Conferenza
episcopale ribadisce la sua opposizione ad ogni tentativo legislativo di equiparare
le unioni civili tra le persone dello stesso sesso al matrimonio. Il comunicato attinge
al documento dell'episcopato «Why Marriage Matters» (Perché il matrimonio è importante),
approvato nel corso dell'ultima assemblea plenaria di primavera. Nel documento, pur
riconoscendo che il Civil Partnership Bill non autorizzerà le coppie dello
stesso sesso ad adottare bambini, si osserva che in altri ambiti, per esempio quello
del fisco e l'accesso ai servizi pubblici, si equiparano di fatto le unioni civili
tra persone dello stesso sesso al matrimonio. I vescovi sottolineano con forza che
“questo non è compatibile con il considerare la famiglia fondata sul matrimonio, come
la base necessaria dell'ordine sociale e come elemento indispensabile per il benessere
della nazione e dello Stato e non protegge l'istituto del matrimonio su cui si fonda
la famiglia”. La Chiesa, inoltre, stigmatizza anche le tendenze a limitare la libertà
di coscienza, in quanto — in base al disegno di legge — se un pubblico ufficiale si
rifiutasse, per motivi religiosi ed etici, di procedere alla registrazione di un'unione
civile, rischierebbe fino a sei mesi di carcere. I vescovi esortano i membri dell'Oireachtas
a consentire un maggiore riconoscimento della giusta autonomia delle Chiese e
il diritto alla libertà sociale e civile in materia religiosa, che, è specificato,
include il diritto delle persone al libero esercizio delle coscienze in conformità
all'ordine morale oggettivo e all'insegnamento del Vangelo. Infine, si chiede anche
“di sostenere il voto libero per tutti i membri del Parlamento” sul progetto di legge
quando verrà esaminato dalle Houses of the Oireachtas, le due Assemblee di
cui si compone il Parlamento. Le riflessioni dei vescovi si sono appuntate anche sulla
questione degli abusi. La riunione ha preso in esame le indicazioni date da Benedetto
XVI nella Lettera pastorale ai cattolici dell'Irlanda, del 19 marzo 2010, ponendo
particolare attenzione alla guida spirituale e alle iniziative che sono state evidenziate
nella missiva. Inoltre, è stata espressa gratitudine per la decisione della Santa
Sede di inviare i visitatori apostolici in alcune diocesi in Irlanda. “La visita apostolica
— si rileva — contribuirà al rinnovamento spirituale della Chiesa in Irlanda”. Infine
è stato dato spazio alla conclusione dell'Anno sacerdotale, il cui percorso ha prodotto
“sviluppi nelle diocesi, come la formazione di gruppi di lavoro per dare maggiore
impulso alla formazione dei presbiteri, pellegrinaggi di penitenza e varie altre iniziative
sempre sul tema del sacerdozio”. Tra i prossimi importanti appuntamenti, i vescovi
hanno ricordato il Congresso eucaristico che si terrà in Irlanda nel 2012 e il “Day
for Life” che sarà celebrato il 3 ottobre 2010, oltre che in Irlanda, in Scozia, in
Inghilterra e Galles. (M.G.)