2010-06-17 14:50:40

Kirghizistan: la minoranza cristiana in aiuto alla popolazione colpita dalle violenze


Nel caos generato dalle violenze scoppiate in Kirghizistan tra la minoranza uzbeka e kirghizi, la piccola comunità cristiana locale è in prima linea nel portare aiuto ai bisognosi. Dopo gli scontri dei giorni scorsi, che hanno provocato almeno 170 morti e 275.000 profughi, ieri si è registrata una relativa calma che ha coinciso con la giornata di lutto nazionale indetta dal governo centrale. "La situazione attualmente sembra apparentemente più tranquilla", ha spiegato all'agenzia Fides l'amministratore apostolico del Kirghizistan, mons. Nikolaus Messmer. "Nella piazza centrale di Biškek, si sono radunati i cittadini per fare memoria dei morti degli ultimi incidenti. Naturalmente in tutto il Paese è forte l'impressione degli ultimi tragici sviluppi e si temono nuovi episodi di violenza". "Non è facile avere informazioni precise sulla situazione nella regione maggiormente colpita, le città di Osch e Jalalabad", ha riconosciuto il vescovo. “Anche sul numero di morti e feriti fra la popolazione di etnia uzbeka non si sa niente di preciso – ha detto ancora il presule -, fra loro è ancora grande la paura di ulteriori repressioni, tanto che preferiscono curare i feriti in casa piuttosto che portarli negli ospedali della città e seppelliscono i loro morti di nascosto". Nonostante la Chiesa cattolica conti appena 500 fedeli su quasi cinque milioni di abitanti, molte persone hanno chiesto aiuto alle strutture cattoliche. Mons. Messmer riferisce che lo stesso governo ha chiesto aiuti umanitari anche alle varie confessioni cristiane presenti nel Paese. “I nostri fedeli hanno risposto generosamente alla richiesta di solidarietà”, ha riferito il presule, “e abbiamo potuto portare i primi aiuti alimentari per le popolazioni colpite. I trasporti degli aiuti nelle città colpite, che distano circa 600/800 chilometri dalla capitale, avvengono per via aerea, dovendo attraversare delle zone di montagna di alta quota”. Quanto a una possibile soluzione della crisi, il vescovo ha dichiarato che “al momento sono stati avviati dei colloqui, ma bisogna vedere se i risultati potranno essere realizzati a breve termine”. “Molto probabilmente - ha concluso l’amministratore apostolico - dovremo aspettare gli sviluppi dei prossimi mesi”. (M.G.)








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