2010-06-17 15:38:43

Israele allenta il blocco su Gaza, permessi i "beni a uso civile"


Il gabinetto israeliano per la sicurezza ha deciso di allentare la morsa attorno alla Striscia di Gaza, approvando una serie di misure per facilitare l’ingresso di “beni a uso civile” e di “materiali per progetti civili”. Secondo il comunicato ufficiale del governo Netanyahu, “sarà ampliato in modo controllato l'ingresso di materiali per progetti civili, che sono sotto supervisione internazionale”. Al tempo stesso, però, lo Stato ebraico manterrà in vigore le misure di sicurezza esistenti per prevenire “l’afflusso di armi e di materiali bellici” nella Striscia. In cambio di un alleggerimento di un embargo che si protrae da 4 anni, con gravi conseguenze per la popolazione civile palestinese, Israele ha invocato “un intervento della comunità internazionale per l’immediata liberazione del soldato Gilad Shalit”, prigioniero di Hamas dal giugno del 2006. Sulla decisione israeliana, Giada Aquilino ha intervistato Giorgio Bernardelli, esperto di questioni mediorientali:RealAudioMP3

 

R. – Questo è un impegno che bisognerà verificare alla prova dei fatti. Secondo me, significa due cose: da una parte, che l’operazione contro la nave turca si è rivelata alla fine un boomerang. Israele è costretto ora ad allentare questo blocco imposto alla Striscia di Gaza proprio per le pressioni internazionali che arrivano da ogni parte. Il secondo aspetto, però, è che bisognerà vedere nel concreto che cosa vuol dire questo allentamento. Ad esempio, si è già capito che rimarrà fuori il cemento dai beni che potranno entrare in questo modo a Gaza, e questo è un problema molto grosso. A Gaza è ancora completamente aperta la questione della ricostruzione. C’è questo accenno al ruolo delle organizzazioni internazionali, che poi a Gaza significa sostanzialmente l’Unrwa, che è l’agenzia dell’Onu per i profughi palestinesi, ed è un accenno importante perché indica che finalmente anche Israele mette al centro questo soggetto rispetto al futuro di Gaza. In passato, invece, spesso l’ha accusato indiscriminatamente di collaborazionismo con Hamas.

 

D. – Israele ha precisato che resta in vigore il blocco navale della Striscia …

 

R. – Questo significa che molto presto si riproporrà il problema delle navi turche, che magari avranno un’altra nazionalità. Si parla già delle navi iraniane che sarebbero già partite alla volta di Gaza: di fronte ad una prospettiva in cui si comincia davvero a ragionare sul futuro della Striscia, anche queste azioni dimostrative che Hamas cerca di cavalcare per i propri interessi, perderebbero molto del loro potenziale.

 

D. – In questa situazione, qual è il ruolo di Hamas?

 

R. – Hamas ha tutto l’interesse a far vedere che queste misure sono insufficienti, perché appunto non si tratta solo di assicurare i beni di prima necessità per garantire la sopravvivenza alimentare della popolazione; c’è davvero anche il bisogno di ricostruire, di ricreare condizioni vivibili all’interno della Striscia. Il problema è che finché questa rimane una partita a scacchi tra il governo di Netanyahu e Hamas, Gaza rimane chiusa in un vicolo cieco. La vera scommessa – e su questo la comunità internazionale deve davvero aggrapparsi con forza – è il ruolo delle agenzie internazionali che a Gaza sono presenti, per fare uscire questo angolo del mondo dal vicolo cieco in cui da troppo tempo abbiamo lasciato che si cacciasse.








All the contents on this site are copyrighted ©.