Repubblica Democratica del Congo: mons. Tshumbe ricorda l'impegno dei missionari nel
suo Paese
Mons. Djomo dal Belgio: i missionari hanno fatto nascere la Chiesa nella Repubblica
Democratica del Congo
La Chiesa famiglia di Dio nella Repubblica Democratica
del Congo è il frutto dell’ardore apostolico di missionari giunti in particolare dal
Belgio, essa è nata grazie al duro lavoro di questi araldi del Vangelo. È quanto ha
sottolineato domenica scorsa a Bruxelles, nella cattedrale dei Santi Michel e Gudule,
il presidente della Conferenza episcopale nazionale del Congo, mons. Nicolas Djomo,
vescovo di Tshumbe. Il presule ha celebrato una messa per ricordare i 50 anni della
Repubblica Democratica del Congo e il giubileo d’oro dell’erezione della gerarchia
episcopale locale insieme a mons. André Léonard arcivescovo di Malines-Bruxelles e
a mons. Aloysius Jousten, vescovo di Liège e nella sua omelia ha evidenziato che amore
e fede sono i due pilastri che permettono alla Chiesa di sperare un domani migliore
per il popolo congolese. Mons. Djomo ha ringraziato la Chiesa belga per l’opera svolta
in terra congolese anche attraverso centri sanitari, scuole e servizi sociali, necessari
ad una vita degna dell’uomo. “La Repubblica Democratica del Congo si è impegnata per
consolidare la sua unità nazionale e l’integrità del suo territorio – ha ricordato
il vescovo di Tshumbe – le prove della guerra hanno contribuito a rinforzare la sua
identità nazionale nella diversità delle tribù che costituiscono la sua popolazione”.
“Tuttavia … dinanzi alla multiforme miseria – ha proseguito il presidente della Conferenza
episcopale nazionale del Congo – alla povertà galoppante, alle inquietudini persistenti
e fondate nella popolazione in relazione allo sviluppo e ad una esistenza pacifica,
non bisogna nascondere il volto. Tutto ciò non corrisponde affatto al disegno d’amore
e di pace di Dio e meno ancora alle legittime ambizioni del popolo congolese, che
aspira alla prosperità e ad una società capace di assicurare a tutti i suoi membri
il benessere”. Il presule ha aggiunto che la Chiesa congolese intende lavorare con
tutti gli uomini e le donne che hanno a cuore lo sforzo di migliorare le condizioni
di vita nel Paese, che il suo impegno è quello di evidenziare al popolo congolese
le insufficienze dell’oggi e di permettere alla speranza di nascere e crescere. L’azione
pastorale della Chiesa, ha detto ancora mons. Tshumbe, è volta a formare i cuori e
gli spiriti dei congolesi, per svegliarli ai valori della pace, della giustizia e
dell’amore; mira ad offrire assistenza al popolo congolese per minimizzare le conseguenze
nefaste della guerra, deve affrontare la sfida dell’emergenza della democrazia e del
suo consolidamento per uno stato di diritto basato sul rispetto incondizionato dei
diritti umani, e la sfida per la lotta contro la corruzione e il sostegno ad una cultura
fiscale segno di solidarietà e di promozione del bene comune. Infine mons. Djomo ha
esortato i congolesi che vivono in Belgio a dare un’immagine del loro Paese d’origine
che sia degna della sua grandezza e ad offrire il loro contributo perché nella Repubblica
Democratica del Congo lo sviluppo possa avere come fulcro la persona umana, permettendogli
di condurre una vita degna e di aprirsi in maniera responsabile a Dio. (T.C.)