16 giugno: Giornata mondiale del bambino africano (AMREF), in ricordo della strage
di studenti del 1976 a Soweto
AMREF proclama la Giornata mondiale del bambino africano, per ricordare i diritti
negati all'infanzia del continente
Il 16 giugno del 1976 centinaia di giovani
studenti neri furono uccisi dalla polizia nelle strade di Soweto. La data scelta dall’Unione
Africana per celebrare la Giornata mondiale del bambino africano e ricordare i diritti
negati all’infanzia di tutto il continente
Roma, 15 giugno 2010 – Nel clima
di festa che circonda i Mondiali di calcio, in Sudafrica domani ricorre l’anniversario
di una delle pagine più cupe dell’era della segregazione razziale. Il 16 giugno di
24 anni fa, infatti, centinaia di giovani studenti neri, scesi in strada nella township
di Soweto per protestare contro la pessima qualità dell’istruzione e l’imposizione
dell’afrikaans dei bianchi come lingua d’insegnamento, furono uccisi dalla polizia.
Per
ricordare le vittime del 1976 e i diritti negati all’infanzia di tutto il continente,
nel 1991 l’Organizzazione dell’Unità Africana – oggi Unione Africana – ha scelto di
celebrare ogni 16 giugno la Giornata mondiale del bambino africano. «È una data che
invita a riflettere su quanto ancora ci sia da fare per tutelare i tanti bambini che
ancora oggi in Africa sono vittime del degrado, della violenza e della povertà estrema
– spiega Tommy Simmons, direttore generale di AMREF Italia – Nel Sudafrica dei Mondiali
nei 90 minuti di una partita di calcio 100 bambini e adolescenti muoiono a causa dell’Aids
e 400 sono contagiati dal virus dell’Hiv».
Scendere in campo per vincere la
partita contro la diffusione del virus è urgente, per questo AMREF ha aderito in Sudafrica
al progetto “Speaking Football”. «Si tratta di un progetto che promuove comportamenti
sessualmente responsabili tra i giovani e favorisce l’accesso ai servizi sanitari
– precisa Simmons – Due fattori indispensabili per la riduzione dei contagi tra gli
adolescenti».
“Speaking Football”, realizzato in partnership con il programma
Africaid’s WhizzKids United, utilizza il gioco del calcio come strumento per insegnare
ai ragazzi e alle ragazze le regole “giuste” per affrontare la vita come fosse una
partita di calcio. Il gioco richiede strategia, impegno e capacità di riconoscere
il pericolo, rappresentato in questo caso dal virus Hiv. Nell’ambito di “Speaking
Football” l’esperienza di AMREF nel recupero dei ragazzi vulnerabili e nell’educazione
sanitaria è una risorsa importante per dialogare con loro e affrontare temi spesso
taciuti: il contagio, le relazioni sessuali precoci e l’apprendimento di abilità e
competenze fondamentali per la vita da adulti.
AMREF ha sviluppato questa esperienza
tra i ragazzi di strada delle baraccopoli di Nairobi, dove gestisce da più di dieci
anni il programma “Children in need”. Le attività vanno dall’assistenza medica e alimentare
per i ragazzi, che spesso arrivano al centro di AMREF malnutriti, ammalati e intontiti
dalla droga, all’istruzione di base per introdurli alla scuola, dallo sviluppo di
piccole attività economiche sostenibili all’assistenza legale, dal counselling individuale
a quello familiare, con l’obiettivo di ricongiungere i ragazzi, quando è possibile,
con le famiglie di origine.
Il programma “Children in need” è una delle attività
che beneficeranno di “Un Gol per l’Africa”, la grande campagna di raccolta fondi promossa
dalla FIGC per sostenere i progetti di AMREF e UNICEF nel continente che ospita per
la prima volta i Mondiali di calcio. Fino all’11 luglio si possono donare due euro
inviando un sms al 45503 da cellulari TIM, Vodafone, Wind, 3 e Coop Voce, o telefonando
allo stesso numero da rete fissa Telecom Italia. È anche possibile sostenere la campagna
con una donazione online sul sito www.smsazzurri.it.
AMREF, fondazione africana
per la medicina e la ricerca, è stata fondata a Nairobi nel 1957 ed è la principale
organizzazione sanitaria no profit del continente. Oggi impiega in Africa oltre 800
persone, per il 97% africani, e gestisce circa 140 progetti di sviluppo sanitario
in sei Paesi (Etiopia, Kenya, Sudafrica, Sudan, Tanzania e Uganda). Il network internazionale
di AMREF è composto da 12 sedi in Europa, Stati Uniti e Canada.