Senegal: rapporto Unicef sull’allarmante fenomeno delle violenze subite dalle bambine
Secondo un gruppo di ricercatori della Casamance, regione meridionale del Senegal,
la sicurezza delle bambine dipende dalla volontà dalle famiglie di parlare delle violenze
sessuali. Da uno studio dell’Unicef e dell’Università di Ziguinchor, emerge una violenza
molto diffusa contro le bambine tra i 10 e i 13 anni di età. A Kolda, Sédhiou e Ziguinchor,
la famiglia, le pressioni sociali e culturali alimentano il silenzio e l’impunità.
Essendo venuti a conoscenza di tanti casi di gravidanze precoci e di violenze nelle
scuole e dintorni, l’Unicef, nel 2008 e 2009, ha avviato e condotto questa ricerca
per avere un quadro più dettagliato della natura, della portata e delle cause di questo
fenomeno. “E’ quanto mai urgente che i tabù che circondano la violenza sessuale vengano
messi in luce nella società e soprattutto nella famiglia,” si legge nel rapporto,
riferisce l’agenzia Fides. In questa cultura l’onore familiare è un fattore importante.
Si pensa innanzitutto a salvare la faccia tra gli adulti; la gente non pensa alle
conseguenze gravissime che queste povere bambine si porteranno per tutta la vita.
In alcuni casi, anche se vogliono reagire spesso tendono a risolvere la questione
in casa. Inoltre, le famiglie non vogliono parlare degli “accordi” tra i membri delle
famiglie stesse e gli autori delle violenze, rendendo difficoltosa l’apertura al dibattito
su questo problema e il suo impatto all’interno della comunità. In molti casi l’aggressore
è un membro stesso della famiglia. Le ragazze sono destinate al matrimonio, per questo
le famiglie non vogliono che vengano lasciate sole ed emarginate. L’impatto culturale
negativo sulle ragazze non riguarda solo i casi di violenze sessuali, ci sono purtroppo
altre pratiche altrettanto violente come il matrimonio forzato in giovane età, le
gravidanze premature e la mutilazione genitale. Sono riti e pratiche che fanno parte
di credenze religiose e tradizionali e non è semplice sradicarle. Nel rapporto si
sottolinea il fatto che le istituzioni sanitarie, quelle dell’istruzione e i servizi
sociali devono lavorare insieme per combattere ogni forma di violenza contro i bambini.
Le due istituzioni fanno appello a migliorare l’educazione sulle violenze sessuali
e sui diritti infantili sia per i piccoli che per gli adulti, fornendo assistenza
legale alle vittime, e rinforzare i servizi sociali per le ragazze traumatizzate dalle
violenze. (R.P.)