Calcio e non solo. I Mondiali in Sud Africa, occasione di progresso sociale
Goal ed emozioni ai Mondiali di calcio in Sud Africa. Oggi l’atteso esordio del Brasile
contro la Corea del Nord e la sfida tra Portogallo e Costa d’Avorio. Ieri sera, intanto,
l’Italia campione in carica ha pareggiato 1-1 contro il Paraguay, mentre l’Olanda
ha battuto la Danimarca 2-0. Evento non solo sportivo, i primi Mondiali di Calcio
in Africa hanno anche un significato sociale particolare. Il calcio, infatti, è stato
uno strumento di emancipazione dei neri sudafricani negli anni bui dell’apartheid.
E’ quanto sottolinea Angelo Inzoli, collaboratore del mensile dei gesuiti italiani,
“Aggiornamenti Sociali”, intervistato da Luca Collodi:
R.
– Bisogna dire che durante il periodo dell’apartheid l’élite nera non aveva grandi
possibilità di svilupparsi se non nel calcio, che è diventato in fondo una specie
di "area grigia" di non presenza della politica, di una politica segregazionista,
che certamente impediva di avere delle squadre miste, ma che lasciava in qualche modo
agli africani la possibilità di organizzarsi. E lì è nato in fondo quel nucleo, quell’élite:
è nato in uno spazio di dibattito politico e anche di coagulazione di forze economiche,
che poi, dopo gli anni ’90, sono entrate a titolo pieno come i protagonisti nel Paese.
Quindi, il calcio ha avuto veramente un ruolo importante nello sviluppo, nella nascita
del Sud Africa moderno.
D. – Tra l’altro, proprio il
calcio, al tempo dell’apartheid, era una realtà dove la popolazione nera poteva in
qualche modo esprimersi senza condizionamenti...
R.
– Effettivamente, bisogna anche dire che le condizioni di vita, soprattutto in quello
che noi oggi chiamiamo Soweto, e che è uno dei grandi quartieri operai del Sud Africa,
in questi cantieri, in queste miniere e piantagioni, si trova proprio nel calcio un’occasione
di festa. C'è un’occasione di incontro, un’occasione di espressione che, abbiamo visto
anche nel concerto inaugurale, fa parte in generale, culturalmente, del popolo africano:
la possibilità di esprimersi, di danzare, di muoversi. Quindi, questo sta diventando
un luogo particolarmente importante, al di là dei risultati, perché il calcio sudafricano
è stato per molto tempo un mondo a sé e l’ingerenza della comunità internazionale,
durante l’apartheid, ha un po’ relegato il mondo sportivo sudafricano in un angolo,
in un mondo a sé. (Montaggio a cura di Maria Brigini)