Appello della Croce Rossa per la fine dell’embargo a Gaza
La Croce Rossa torna a chiedere con forza ad Israele la fine dell’embargo a Gaza con
un documento, diffuso oggi, in cui ripercorre i tre anni di assedio e l’emergenza
umanitaria che ne è seguita. Nel testo citato dalla Misna la situazione umanitaria
nella Striscia viene definita “una punizione collettiva dell’intera popolazione di
Gaza imposta in chiara violazione da parte di Israele degli obblighi del diritto umanitario
internazionale. Sebbene sia consentito l’ingresso di circa 80 tipi di beni – spiega
il documento – prima dell’embargo erano 4000 i beni importati nella Striscia. Inoltre,
i prezzi sono aumentati a fronte di un abbassamento della qualità… le terre fertili
lungo il confine sono state abbandonate a causa delle ostilità con gravi conseguenze
per le capacità di sostentamento delle comunità rurali”. La Croce Rossa sottolinea
inoltre come la cosiddetta ‘zona cuscinetto’ imposta da Israele, sottrae un’area di
circa 50 chilometri quadrati corrispondenti a un terzo delle terre arabili della Striscia
e limita di fatto le attività agricole. “L’imposizione di questa zona cuscinetto –
continua il documento – e i frequenti scontri armati hanno causato non soltanto vittime
tra i civili e distruzioni, ma hanno anche determinato l’impoverimento e il forzoso
trasferimento di numerose famiglie”. L’analisi della Croce Rossa si allarga anche
ai pescatori di Gaza (circa 4000) cui è impedito allontanarsi se non di poche miglia
in mare aperto, lontano quindi dalle aree più pescose. La carenza di beni di prima
necessità riguarda anche gli ospedali e la possibilità di accedere a farmaci e attrezzature.
E quando queste ci sono, possono essere le frequenti interruzioni della distribuzione
di corrente elettrica a mettere a repentaglio vite umane. “Chiediamo a Israele di
sollevare l’embargo – dice Beatrice Megevand-Roggo, capo delle operazioni Icrc in
Medio Oriente – e invitiamo chiunque possa esercitare pressioni, Hamas inclusa, a
fare del suo meglio per aiutare la popolazione di Gaza”. Il documento dell’Icrc segue
di qualche ora una visita ‘storica’ a Gaza del segretario della lega Araba, Amr Moussa,
che ieri si è recato per la prima volta nella Striscia incontrando anche i familiari
delle vittime dell’operazione israeliana ‘Piombo fuso’ che tra dicembre 2008 e gennaio
2009 causò oltre 1400 morti e migliaia di feriti. La visita di Moussa, il più alto
esponente politico arabo ad essere entrato nella Striscia dal 2007, è arrivata sull’onda
dell’indignazione per l’attacco israeliano contro la ‘Freedom flotilla’, gruppo di
imbarcazioni di pacifisti che stavano trasportando aiuti umanitari per la popolazione
di Gaza. Sulla vicenda e sulle nove persone uccise dai militari di Tel Aviv, Israele
ha deciso ieri di avviare un’inchiesta interna; il Consiglio dell’Onu per i diritti
umani aveva invece chiesto un’inchiesta internazionale. (M.G.)