2010-06-11 14:17:12

Giornata per l'ambiente: messaggio del Patriarca Bartolomeo I


L'avidità degli uomini e la corsa sfrenata verso la ricchezza da parte delle cosiddette nazioni più sviluppate. Queste, al di là d'ogni altra considerazione d'ordine tecnico-scientifico, le cause fondamentali dei continui abusi e dell'ormai quasi inarrestabile distruzione del patrimonio naturale del pianeta. A rilevarlo è il Patriarca ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo, da sempre attento alle tematiche connesse alla tutela e alla salvaguardia del creato. Il leader ortodosso — che da quindici anni organizza nei cinque continenti simposi multidisciplinari sul tema «Religione, scienza e ambiente» — non ha voluto infatti far mancare la sua voce anche in occasione del recente World enviroment day, la Giornata mondiale per l'ambiente istituita dalle Nazioni Unite per ricordare la conferenza di Stoccolma sull'ambiente umano del 1972, nel corso della quale prese forma il Programma ambiente delle Nazioni Unite, l'Unep. Nel suo messaggio per l'annuale Giornata del 5 giugno — caduta mentre nel Golfo del Messico si consuma un disastro ambientale di dimensioni colossali — Bartolomeo guarda in profondità alle cause dell'inquinamento del pianeta rilevando come esse si annidino nell'animo dell'uomo e nella bramosia delle nazioni. E rinnova l'invito a una condotta di vita all'insegna della sobrietà. Nessuna ostentazione di ricchezza e di cose superflue, dunque. Per Bartolomeo - riferisce L'Osservatore Romano - i cristiani ortodossi sono chiamati a vivere come «buoni amministratori» del pianeta in sintonia con quanto richiesto dall'apostolo Pietro, in un noto passo della sacra scrittura (1 Pietro, 4, 10). «I santi padri della nostra Chiesa — ha sottolineato inoltre il patriarca ortodosso — hanno sempre insegnato e vissuto secondo le parole di san Paolo, per il quale “quando dunque abbiamo di che mangiare e di che coprirci, contentiamoci di questo” (1 Tm 6, 8), aderendo allo stesso tempo alla preghiera di Salomone: “Non darmi né povertà né ricchezza, ma fammi avere il cibo necessario” (Pr. 30, 8)".








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