Messico. La Chiesa ai comunicatori: responsabilità ed etica
Nel celebrare la "Giornata della libertà di espressione", il vescovo della diocesi
di Cordoba, mons. Eduardo Patiño Leal, ha affermato che tutti i professionisti dei
media devono assumersi delle responsabilità ed avere un’etica. Ieri infatti - riferisce
l'agenzia Fides - si è celebrata in Messico, la “Giornata del Giornalista” e la "Giornata
della libertà di espressione", mentre in altri Paesi dell’America Latina tale Giornata
è stata celebrata in altra data di questo periodo dell’anno. Mons. Leal si è anche
espresso a favore della promozione della libertà di espressione di altri settori,
per dare voce alla gente, e ha chiesto che si faccia luce sugli omicidi dei giornalisti
che sono morti facendo il proprio dovere, tali crimini non devono rimanere impuniti.
Nella consueta conferenza stampa di domenica, dopo l'Eucaristia, mons. Patiño Leal
ha elogiato i giornalisti per il lavoro svolto ogni giorno, pieno di difficoltà e
rischi quando si vanno a toccare questioni che riguardano gli interessi di alcune
persone; proprio per questo tutte le informazioni devono essere sostenute dalla verità.
In particolare ha chiesto ai giornalisti di non condannare senza prove, perché spesso
si accusano le persone senza fondamento, senza addirittura un processo, e allora molte
persone innocenti sono colpite nella loro integrità. Qui entra in gioco l'etica del
comunicatore, perchè la qualità nella comunicazione è essenziale, “sempre che si tratti
della verità vera e completa, perché a volte ci sono verità parziali, che poi sono
manipolate e che creano una grande bugia, da mezze verità può venire fuori una grande
bugia” ha detto mons. Patiño Leal. Il vescovo ritiene opportuna la richiesta di continuare
a indagare sulla morte dei giornalisti che sono stati uccisi per aver toccato interessi
personali o criminali: è il momento di fare giustizia per porre fine all'impunità.
Infine ha detto che a Veracruz esiste la libertà di espressione, ma si deve dare spazio
a coloro che hanno bisogno di essere ascoltati e sono meno fortunati. Proprio pochi
giorni fa Frank La Rue, incaricato speciale del ONU per la Libertà di Espressione
e di Opinione, ha presentato un rapporto dove registra l’aumento sia dei giornalisti
uccisi durante il 2009 che il loro rapimento. I Paesi più a rischio sono Filippine,
Pakistan, Iraq, Russia e Messico. (R.P.)