2010-06-10 14:58:58

Le riflessioni dei cardinali Ouellet e Bertone nella seconda giornata delle celebrazioni a conclusione dell'Anno Sacerdotale


Nell'ambito delle celebrazioni per la chiusura dell’Anno Sacerdotale, stamane nella Basilica di San Paolo fuori le Mura, il cardinale Marc Ouellet, arcivescovo e primate del Canada, ha tenuto una meditazione sul tema del Cenacolo, in collegamento televisivo con la Basilica di San Giovanni in Laterano, alla quale è seguita una Messa presieduta dal cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone. Il servizio di Roberta Gisotti.RealAudioMP3  

 

Le parole del cardinale Ouellet sono risuonate nella Basilica ostiense, a partire dalla sua esperienza personale, quando ordinato sarcedote nel 1968, in un atmosfera di generale contestazione, "avrei potuto – ha raccontato - deviare o anche interrompere la mia corsa, come avvenne in quel periodo a molti sacerdoti e religiosi”. Ma, “l’esperienza missionaria, l’amicizia sacerdotale e la vicinanza dei poveri - ha confidato - mi aiutarono a sopravvivere alle agitazioni degli anni postconciliari”. Anche “oggi noi assistiamo – ha aggiunto il porporato - all’irrompere di un’ondata di contestazione senza precedenti sulla Chiesa e sul sacerdozio”, per “gli scandali di cui dobbiamo riconoscere la gravità e porre riparo con sincerità”. Ma aldilà delle necessarie purificazioni meritate dai nostri peccati, occorre anche riconoscere!” – ha detto - un’aperta opposizione al nostro servizio della verità”. “Attacchi dall’esterno ed anche dall’interno che mirano a dividere la Chiesa”. Da qui l’invito alla preghiera "per l’unità della Chiesa e per la santificazione dei sacerdoti".

 

Ha fatto eco al porporato canadese, il cardinale Bertone nell’omelia della Messa. “La disobbedienza alla divina volontà e il mistero dell’iniquità e del peccato generano, ben lo sappiamo, un’estraneità tanto più dolorosa e irragionevole, quanto più pressante è l’invito del Signore alla comunione con Lui”. Comunione che nasce dall’obbedienza alla Parola del Signore “nel quotidiano sentiero che ci conduce – ha indicato il segretario di Stato – dalla santità ricevuta nella sacra ordinazione alla santità vissuta nel ministero quotidiano”. Ancora una volta quindi il rimando alla “dimensione orante” fondamentale e prioritaria” del ministero sacerdotale, “non soltanto un compito, ma la stessa ‘nervatura’ della nostra esistenza, la sua anima e il suo respiro”.








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