I Cavalieri di Colombo celebrano con una mostra 90 anni di presenza a Roma: intervista
con padre Lombardi
Documenti, articoli di giornali, opere d’arte accompagnano il percorso espositivo
della mostra inaugurata ieri ai Musei Capitolini e dedicata ai 90 anni di presenza
a Roma dei Cavalieri di Colombo, associazione cattolica statunitense di mutuo soccorso.
Inaugurando la mostra, visitabile fino al prossimo 31 ottobre, il cardinale segretario
di Stato Tarcisio Bertone ha esortato i Cavalieri di Colombo “a continuare a trasformare
la società dall’interno, a rinnovarla in Cristo e a farla diventare la famiglia di
Dio”. All’inaugurazione della mostra hanno partecipato, tra gli altri, anche il cavaliere
supremo dei Cavalieri di Colombo, Carl Anderson, il cardinale John Patrick Foley,
gran maestro dell'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme e il sindaco di
Roma, Gianni Alemanno. Su questa iniziativa dedicata all’associazione statunitense,
ascoltiamo al microfono di Amedeo Lomonaco il direttore della Sala Stampa vaticana,
padre Federico Lombardi:
R.
– I Cavalieri di Colombo hanno voluto, d’accordo con il Comune di Roma, ricordare
i 90 anni della loro presenza attiva a Roma. Il Comune di Roma ricorda quanto l’attività
dei Cavalieri sia stata importante, anche ai tempi della guerra e nel dopoguerra,
in particolare dopo la Seconda Guerra Mondiale. Il Comune ha collaborato volentieri
a questa commemorazione, dando lo spazio per una bella mostra sull’attività e la storia
dei Cavalieri di Colombo, non solo a Roma, ma anche nel mondo. La presenza a Roma
dei Cavalieri di Colombo comincia ai tempi di Benedetto XV, quando il Pontefice molto
colpito dall’attività estremamente positiva dei Cavalieri durante la Prima Guerra
Mondiale per i soldati e le persone che si trovavano in difficoltà in tantissime zone
d’Europa, li invitò a impegnarsi anche nella città di Roma. Li invitò ad impegnarsi
in particolare per i ragazzi che potevano essere in difficoltà o poveri. Quindi, i
Cavalieri hanno sviluppato cinque centri di attività sportiva e ricreativa in Roma,
che hanno ormai una lunga tradizione. I Cavalieri manifestano la loro azione, non
solo per un servizio di carattere specificamente ecclesiale, ma anche sociale, umanitario,
aperto a tutti.
D. – Si tratta di un’ulteriore
dimostrazione, soprattutto in questi tempi di crisi, del fatto che la beneficenza
non è destinata a fallire...
R. – Certamente.
Dobbiamo notare che si tratta dell’Associazione cattolica di laici più numerosa del
mondo. I Cavalieri di Colombo sono certamente oltre un milione negli Stati Uniti e
sono presenti anche in diversi altri Paesi. Vuol dire che il senso di solidarietà,
ispirato ai valori cristiani, può produrre frutti concreti per Roma stessa da quasi
cento anni.
D. – Opere, dunque, a carattere
sociale, ma anche a servizio della carità del Papa…
R.
– Sì, i Cavalieri sono un’organizzazione cattolica che nasce proprio affermando la
propria vicinanza al Successore di Pietro. Hanno volentieri risposto agli inviti del
Santo Padre per determinate attività, ma hanno anche offerto al Vaticano, alle attività
indicate dal Santo Padre, dei contributi importanti. Io devo manifestare proprio la
mia gratitudine e la mia riconoscenza diretta dell’impegno dei Cavalieri di Colombo
per le attività di comunicazione, che aiutano la diffusione della parola del Santo
Padre. I Cavalieri di Colombo sono stati molto generosi nel sostenere le attività
della Radio Vaticana, del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali e anche
del Centro Televisivo Vaticano per il rinnovamento delle sue attrezzature, perché
potessero essere adeguate al servizio di diffusione delle immagini sulle attività
del Santo Padre.