Comunione anglicana: prime azioni di Canterbury su chi non ha rispettato la moratoria
Divieto ai membri delle province anglicane che non hanno rispettato il “patto di moratoria”
di partecipare ai dialoghi ecumenici nei quali la Comunione Anglicana è impegnata.
Richiesta di chiarimenti formali ai primati della Chiesa anglicana del Canada e del
Cono Sud riguardo all’ordinazione di uomini e donne apertamente omosessuali e ai riti
di benedizioni di coppie dello stesso sesso. Comincia a scendere in campo l’arcivescovo
di Canterbury, Rowan Williams, con azioni volte a mantenere - come aveva promesso
- armonia e dialogo tra le diverse province del mondo che compongono la Comunione
anglicana. Lo aveva fatto qualche giorno fa con un preciso messaggio rivolto alle
province anglicane in occasione della Pentecoste. Nel messaggio Williams - riporta
l'agenzia Sir - aveva affrontato la questione che si era aperta nella comunità degli
episcopaliani degli Stati Uniti dove nella diocesi di Los Angeles era stata consacrata
a vescovo la reverendo Canon Mary Glasspool, con dichiarata tendenza omosessuale.
L’arcivescovo Williams aveva quindi ricordato le tre moratorie previste e approvate
nel 2004 nel “Windosr Report”: divieto di celebrare cerimonie religiose per la benedizione
di unioni gay; il divieto di consacrazione di vescovi che vivono in unione con persone
dello stesso sesso; impossibilità di un vescovo di autorizzare ministeri nel territorio
di un'altra diocesi, senza una precisa autorizzazione. Sulla questione è tornato ieri
il reverendo Canon Kenneth Kearon, segretario generale della Comunione anglicana che
riprendendo le proposte contenute nella lettera di Pentecoste, ha fatto il punto su
alcune “conseguenze” di questa azione avviata da Williams. Si sperava – scrive il
reverendo – che il Patto di moratoria fosse “considerato correttamente e adeguatamente
all'interno delle comunità di fede. Tuttavia, le recenti elezioni episcopali di Los
Angeles hanno creato una situazione in cui l'arcivescovo è stato costretto ad agire
prima che il Patto sia considerato dalla maggior parte delle province”. Da qui la
serie di lettere spedite da Canterbury ai primati delle Chiese coinvolte. La prima
è stata spedita la scorsa settimana ai membri della “Inter Anglican ecumenical dialogues”
che fanno parte della Chiesa episcopaliano, informandoli che “la loro partecipazione
a questi dialoghi è stata interrotta”. Stessa lettera è stata scritta ai membri episcopaliani
della “Inter Anglican Standing Commission on unity, Faith and Order (Iscufo). Sono
stati poi richiesti chiarimenti ai primati della Chiesa anglicana del Canada riguardo
alla autorizzazione data a pubblici riti di benedizione di unioni dello stesso sesso,
e al primate del Cono del Sud. (R.P.)