Nigeria: a Zamfara avvelenamento 'senza precedenti'
“L’estensione dell’avvelenamento non ha precedenti nella storia dei principali casi
trattati finora in tutto il mondo”: recita così un comunicato diffuso oggi dal Centro
per il controllo e la prevenzione delle malattie statunitense (il Cdc di Atlanta)
relativo al grave episodio di avvelenamento da metalli pesanti (piombo e mercurio)
in corso da mesi in alcune aree dello Stato nord occidentale nigeriano di Zamfara.
Nella nota ripresa dall'agenzia Misna, il Cdc - che insieme all’organizzazione mondiale
della Sanità (Oms) delle Nazioni Unite e all’organizzazione sanitaria internazionale
Medici senza frontiere (Msf) si sta occupando della vicenda e sta analizzando i campioni
di sangue prelevati nelle aree interessate - spiega che l’eccezionalità di quanto
accade a Zamfara sta “nella gravità dell’avvelenamento, nel numero delle vittime e
nell’alto numero di bambini e adulti con i sintomi dell’avvelenamento, oltre che nell’estensione
della contaminazione ambientale”. Secondo gli ultimi bilanci in circolazione sono
centinaia le persone morte per l’avvelenamento dopo che i metalli pesanti utilizzanti
per l’estrazione dell’oro in alcune miniere informali nei distretti di Anka e Bungudu
hanno contaminato fonti d’acqua e pascoli. Se al momento le cifre diffuse dal governo
parlano di 163 decessi, fonti giornalistiche nigeriane riportano oltre 300 morti e
più di 400 persone ricoverate con sintomi da avvelenamento; tutti confermano che ad
essere colpiti sono soprattutto bambini con meno di cinque anni d’età. Le autorità
delle aree interessate hanno chiesto l’intervento del governo federale e l’invio urgente
di acqua potabile, cibo, medicine ed esperti sanitari e ambientali per verificare
la situazione. L’area teatro della contaminazione da piombo è diventata da alcuni
mesi una nuova frontiera dello sfruttamento minerario nel Paese. Solo a maggio il
governo ha aperto una nuova grande fabbrica di trasformazione dell’oro in questa zona,
nella quale si troverebbero ingenti giacimenti di oro e columbite finora poco sfruttati.
All’estrazione ufficiale, si affianca già da tempo quella informale che vede gli abitanti
locali impegnati nella ricerca del prezioso minerale lungo i corsi d’acqua e in improvvisate
miniere illegali dove sono completamente assenti le più elementari norme di sicurezza,
ambientali e non. (R.P.)