Egitto: no della Chiesa copta ortodossa alla magistratura sulle seconde nozze religiose
In Egitto, la Chiesa copta ortodossa respinge la richiesta delle autorità giudiziarie
di permettere che i divorziati possano contrarre un secondo matrimonio religioso.
Lo ha annunciato - riferisce l'agenzia Zenit - il segretario del Papa Shenouda, il
vescovo Armiya, in risposta alla sentenza emessa dal Tribunale supremo amministrativo,
il 29 maggio scorso, che ha respinto il ricorso del leader della Chiesa copta contro
la decisione di un Tribunale inferiore a favore del cittadino copto divorziato, Hani
Washi Nqguib, che chiede la licenza per risposarsi. "In base alla legge – si legge
nella sentenza - un cristiano può risposarsi e la Costituzione gli garantisce il diritto
di fondare una famiglia”. Da rilevare che in Egitto, il matrimonio civile è riconosciuto
quando è accompagnato da un matrimonio religioso. "Non c'è alcuna forza sulla Terra
– replica in una nota il vescovo Armiya - che possa costringere la Chiesa a violare
gli insegnamenti della Bibbia e le leggi della Chiesa basate sul principio: “l'uomo
non separi ciò che Dio ha unito'". Il presule ricorda anche che la legge islamica
permette ai cristiani copti di ricorrere alle proprie leggi, e che lo Stato rispetta
la libertà religiosa. Cosi pure la Chiesa ortodossa copta rispetta il potere giudiziario
egiziano e le sue decisioni, ma sottolinea che non autorizzerà nessuno, chiunque sia,
a contrarre un secondo matrimonio. (R.G.)