All'udienza generale il Papa parla dello "storico" viaggio a Cipro e ricorda la morte
"improvvisa e tragica" di mons. Padovese
Un “evento storico” che “ha felicemente conseguito i suoi scopi”. Benedetto XVI ha
definito con queste parole il senso e gli esiti del suo recente viaggio apostolico
a Cipro. Il Papa ha parlato questa mattina alla folla che si è raccolta in Piazza
San Pietro per ascoltare la sua catechesi, dedicata alle principali tappe della visita:
dagli incontri ecumenici a quelli pastorali, dai preparativi per il prossimo Sinodo
delle Chiese del Medio Oriente all’appello ai cristiani affinché non emigrino dalla
Terra Santa, fino al ricordo della morte “improvvisa e tragica” di mons. Luigi Padovese.
Il servizio di Alessandro De Carolis:
Dopo
la Terra Santa l’anno scorso e Malta due mesi fa, Cipro. La visita apostolica dello
scorso fine settimana nell’Isola ha permesso a Benedetto XVI di aggiungere un tassello
al mosaico del suo pellegrinaggio sui luoghi che hanno fatto la storia della Chiesa.
Il calore e la vivacità della minoranza cattolica e la cordialità riservatagli dalle
altre comunità cristiane hanno toccato profondamente il Papa già nella celebrazione
ecumenica iniziale. Tra i resti archeologici dell’antica Paphos, “in un’atmosfera
che – ha osservato – sembrava quasi la sintesi percepibile di duemila anni di storia
cristiana”, abbiamo “fraternamente rinnovato – ha affermato – il reciproco e irreversibile
impegno ecumenico”, tra armeni, luterani, anglicani, ma soprattutto con la maggioranza
ortodossa guidata dall'arcivescovo Chrysostomos II, profondamente legata alla realtà
di Cipro:
“Questo radicamento nella tradizione
non impedisce alla Comunità ortodossa di essere impegnata con decisione nel dialogo
ecumenico unitamente alla Comunità cattolica, animate entrambe dal sincero desiderio
di ricomporre la piena e visibile comunione tra le Chiese dell’Oriente e dell’Occidente”.
Temi
diversi e ugualmente importanti sono stati sviluppati il giorno dopo, a Nicosia, davanti
al presidente cipriota e alle autorità, dove il Papa ha detto di aver ribadito...
“...l’importanza
di fondare la legge positiva sui principi etici della legge naturale, al fine di promuovere
la verità morale nella vita pubblica. E’ stato un appello alla ragione, basato sui
principi etici e carico di implicazioni esigenti per la società di oggi, che spesso
non riconosce più la tradizione culturale su cui è fondata”.
Il
resoconto di Benedetto XVI si è poi soffermato sugli incontri avuti con i cattolici
di rito maronita e di rito latino, sull’esperienza del loro “fervore” e la constatazione
dell’apprezzato ruolo “caritativo” svolto a livello sociale. Il Papa ha detto di aver
percepito “in modo commovente l’anima della Chiesa maronita” e ha fatto riferimento
a un gruppo di fedeli che vivono nel nord di Cipro, controllato dai turchi:
“E’
stata particolarmente significativa la presenza di alcuni cattolici maroniti originari
di quattro villaggi dell’Isola dove i cristiani sono popolo che soffre e spera; ad
essi ho voluto manifestare la mia paterna comprensione per le loro aspirazioni e difficoltà
(…) A tutti, latini e maroniti ho assicurato il mio ricordo nella preghiera, incoraggiandoli
a testimoniare il Vangelo anche mediante un paziente lavoro di reciproca fiducia fra
cristiani e non cristiani, per costruire una pace durevole ed un’armonia fra i popoli”.
Una
pace che non può prescindere dai cristiani di ogni zona della Terra Santa, ai quali
Benedetto XVI si è appellato perché, ha auspicato...
“...nonostante
le grandi prove e le ben note difficoltà, non cedano allo sconforto e alla tentazione
di emigrare, in quanto la loro presenza nella regione costituisce un insostituibile
segno di speranza. Ho garantito loro, e specialmente ai sacerdoti e ai religiosi,
l’affettuosa e intensa solidarietà di tutta la Chiesa, come pure l’incessante preghiera
affinché il Signore li aiuti ad essere sempre presenza vivace e pacificante”.
Il
Papa ha terminato ricordando la Messa solenne del 6 giugno, durante la quale ha consegnato
l’Instrumentum laboris ai vescovi che a ottobre, in Vaticano, parteciperanno
al Sinodo sulle Chiese del Medio Oriente: un’area che occupa, ha detto il Pontefice,
“un posto speciale” nel cuore della Chiesa e dalla quale giorni fa è stato brutalmente
strappato uno dei suoi pastori:
“Insieme
abbiamo pregato per l’anima del compianto vescovo mons. Luigi Padovese, presidente
della Conferenza Episcopale turca, la cui improvvisa e tragica morte ci ha lasciati
addolorati e sgomenti”.
Tra i numerosi saluti,
al termine delle catechesi nelle varie lingue, da segnalare quello rivolto da Benedetto
XVI ai fedeli polacchi, invitati ad affidarsi al loro nuovo Beato, don Jerzy
Popiełuszko, in particolare, ha detto, “tutti coloro che soffrono a causa delle
alluvioni e coloro che gli recano aiuto”. Quindi, dopo aver ricordato il Capitolo
generale dei Missionari d’Africa, i cosiddetti “Padri Bianchi”, il Papa ha dedicato
l’ultimo pensiero alla festa del Sacro Cuore di Gesù di dopodomani, che segnerà la
conclusione dell’Anno Sacerdotale alla presenza di migliaia di presbiteri.