2010-06-09 14:53:06

All'udienza generale il Papa parla dello "storico" viaggio a Cipro e ricorda la morte "improvvisa e tragica" di mons. Padovese


Un “evento storico” che “ha felicemente conseguito i suoi scopi”. Benedetto XVI ha definito con queste parole il senso e gli esiti del suo recente viaggio apostolico a Cipro. Il Papa ha parlato questa mattina alla folla che si è raccolta in Piazza San Pietro per ascoltare la sua catechesi, dedicata alle principali tappe della visita: dagli incontri ecumenici a quelli pastorali, dai preparativi per il prossimo Sinodo delle Chiese del Medio Oriente all’appello ai cristiani affinché non emigrino dalla Terra Santa, fino al ricordo della morte “improvvisa e tragica” di mons. Luigi Padovese. Il servizio di Alessandro De Carolis:RealAudioMP3

 

Dopo la Terra Santa l’anno scorso e Malta due mesi fa, Cipro. La visita apostolica dello scorso fine settimana nell’Isola ha permesso a Benedetto XVI di aggiungere un tassello al mosaico del suo pellegrinaggio sui luoghi che hanno fatto la storia della Chiesa. Il calore e la vivacità della minoranza cattolica e la cordialità riservatagli dalle altre comunità cristiane hanno toccato profondamente il Papa già nella celebrazione ecumenica iniziale. Tra i resti archeologici dell’antica Paphos, “in un’atmosfera che – ha osservato – sembrava quasi la sintesi percepibile di duemila anni di storia cristiana”, abbiamo “fraternamente rinnovato – ha affermato – il reciproco e irreversibile impegno ecumenico”, tra armeni, luterani, anglicani, ma soprattutto con la maggioranza ortodossa guidata dall'arcivescovo Chrysostomos II, profondamente legata alla realtà di Cipro: 

 

“Questo radicamento nella tradizione non impedisce alla Comunità ortodossa di essere impegnata con decisione nel dialogo ecumenico unitamente alla Comunità cattolica, animate entrambe dal sincero desiderio di ricomporre la piena e visibile comunione tra le Chiese dell’Oriente e dell’Occidente”. 

 

Temi diversi e ugualmente importanti sono stati sviluppati il giorno dopo, a Nicosia, davanti al presidente cipriota e alle autorità, dove il Papa ha detto di aver ribadito... 

 

“...l’importanza di fondare la legge positiva sui principi etici della legge naturale, al fine di promuovere la verità morale nella vita pubblica. E’ stato un appello alla ragione, basato sui principi etici e carico di implicazioni esigenti per la società di oggi, che spesso non riconosce più la tradizione culturale su cui è fondata”. 

 

Il resoconto di Benedetto XVI si è poi soffermato sugli incontri avuti con i cattolici di rito maronita e di rito latino, sull’esperienza del loro “fervore” e la constatazione dell’apprezzato ruolo “caritativo” svolto a livello sociale. Il Papa ha detto di aver percepito “in modo commovente l’anima della Chiesa maronita” e ha fatto riferimento a un gruppo di fedeli che vivono nel nord di Cipro, controllato dai turchi: 

 

“E’ stata particolarmente significativa la presenza di alcuni cattolici maroniti originari di quattro villaggi dell’Isola dove i cristiani sono popolo che soffre e spera; ad essi ho voluto manifestare la mia paterna comprensione per le loro aspirazioni e difficoltà (…) A tutti, latini e maroniti ho assicurato il mio ricordo nella preghiera, incoraggiandoli a testimoniare il Vangelo anche mediante un paziente lavoro di reciproca fiducia fra cristiani e non cristiani, per costruire una pace durevole ed un’armonia fra i popoli”. 

 

Una pace che non può prescindere dai cristiani di ogni zona della Terra Santa, ai quali Benedetto XVI si è appellato perché, ha auspicato... 

 

“...nonostante le grandi prove e le ben note difficoltà, non cedano allo sconforto e alla tentazione di emigrare, in quanto la loro presenza nella regione costituisce un insostituibile segno di speranza. Ho garantito loro, e specialmente ai sacerdoti e ai religiosi, l’affettuosa e intensa solidarietà di tutta la Chiesa, come pure l’incessante preghiera affinché il Signore li aiuti ad essere sempre presenza vivace e pacificante”.  

 

Il Papa ha terminato ricordando la Messa solenne del 6 giugno, durante la quale ha consegnato l’Instrumentum laboris ai vescovi che a ottobre, in Vaticano, parteciperanno al Sinodo sulle Chiese del Medio Oriente: un’area che occupa, ha detto il Pontefice, “un posto speciale” nel cuore della Chiesa e dalla quale giorni fa è stato brutalmente strappato uno dei suoi pastori: 

 

“Insieme abbiamo pregato per l’anima del compianto vescovo mons. Luigi Padovese, presidente della Conferenza Episcopale turca, la cui improvvisa e tragica morte ci ha lasciati addolorati e sgomenti”. 

 

Tra i numerosi saluti, al termine delle catechesi nelle varie lingue, da segnalare quello rivolto da Benedetto XVI ai fedeli polacchi, invitati ad affidarsi al loro nuovo Beato, don Jerzy Popiełuszko, in particolare, ha detto, “tutti coloro che soffrono a causa delle alluvioni e coloro che gli recano aiuto”. Quindi, dopo aver ricordato il Capitolo generale dei Missionari d’Africa, i cosiddetti “Padri Bianchi”, il Papa ha dedicato l’ultimo pensiero alla festa del Sacro Cuore di Gesù di dopodomani, che segnerà la conclusione dell’Anno Sacerdotale alla presenza di migliaia di presbiteri.








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