2010-06-08 15:35:05

Nel pomeriggio, voto del Consiglio di Sicurezza Onu sulle sanzioni all’Iran


È di almeno 15 feriti il bilancio dell'esplosione di un ordigno avvenuta stamani a Istanbul. Tra i feriti ci sono diversi agenti di polizia che viaggiavano sul veicolo preso di mira dagli attentatori, e alcuni passanti. È accaduto stamane, proprio mentre nella capitale turca, Turchia e Russia hanno firmato un accordo di cooperazione in campo nucleare. Dell’accordo ma soprattutto delle prospettive sempre più concrete di sanzioni all’Iran in tema di nucleare, ci parla nel servizio Fausta Speranza:RealAudioMP3

Firmatari dell’accordo sono esponenti dell'Agenzia per l'Energia Atomica turca (Taek) e del servizio federale russo per la supervisione Ecologica, Tecnologica e Nucleare. Ma a presenziare c’erano il premier turco Erdogan e quello russo Putin. In sostanza si prevede lo scambio di informazioni e know-how su impianti nucleari. Ma il tema del nucleare riporta subito al braccio di ferro in corso tra la comunità internazionale e l’Iran. Putin da Istanbul ammette che “è stato praticamente trovato” un accordo per un progetto di risoluzione che prevede sanzioni all'Iran per il suo programma nucleare. Sottolinea che non dovrebbero essere misure “eccessive”. Il punto è che il Consiglio di Sicurezza dell'Onu tornerà in giornata a riunirsi a New York per discutere il dossier nucleare iraniano. Un dibattito prima del voto sul testo di Risoluzione che prevederebbe nuove sanzioni contro la Repubblica islamica. I cinque Paesi con potere di veto (Usa, Gb, Francia, Russia e Cina) si sono accordati su una prima versione della risoluzione che dovrebbe passare. Qualcuno sottolinea che oltre al Brasile, anche Turchia e Libano, coinvolti nella nuova crisi in Medio Oriente, voteranno 'no' o punteranno ad un'astensione. Al momento, di certo c’è la dichiarazione del presidente iraniano: se verranno approvate sanzioni internazionali contro l'Iran non vi sarà alcun negoziato sul nucleare. Ahmadinejad, poi, aggiunge che “la Russia dovrebbe fare molta attenzione a non schierarsi con i nemici dell'Iran”. Ma di questo ne potranno parlare direttamente i due leader in giornata visto che si incontreranno a Istanbul in una conferenza di Paesi asiatici (Cica). 



Sulle dichiarazioni di Ahmadinejad, Giada Aquilino ha intervistato Antonello Sacchetti, autore di numerosi libri sulla realtà iraniana:RealAudioMP3

 

R. – Ha un significato politico, un significato anche molto chiaro, nel senso che non dobbiamo dimenticare che la premessa a questo è stato l’accordo a tre fra Turchia, Iran e Brasile, per quanto riguarda appunto il programma nucleare. Si trattava di un accordo che, se non fosse stato presentato da Ahmadinejad, avremmo detto tutti che era un ottimo accordo, perché in sostanza ricalca quello che la bozza dell’Aiea aveva presentato il 1 ottobre 2009, con una variante significativa cioè il fatto che nel frattempo l’arricchimento dell’uranio è continuato e in questa bozza di accordo non è prevista la sospensione dell’arricchimento dell’uranio da parte dell’Iran. E' tuttavia un primo passo e anche un primo passo piuttosto significativo. Nel frattempo, il fatto che, nonostante tutto questo, all’Onu si parli di nuovo di sanzioni è un messaggio fortemente critico nei confronti dell’Iran. Sembra che si torni a parlare di una quarta ondata di sanzioni che sarebbero ancora più pesanti nel contesto internazionale economico, che è difficile per tutti.

 

 

D. – A questo punto la Russia con Putin ha sottolineato che eventuali sanzioni non dovrebbero essere eccessive nei confronti dell’Iran. A chi si rivolge Putin? Qual è la posizione della Russia?

 

 

R. – Io credo che Putin si rivolga essenzialmente agli Stati Uniti, nel senso che non avallando in pieno la linea di Obama e della Clinton cerca di dare anche un messaggio politico molto chiaro. Anche perché gli Stati Uniti, non dobbiamo dimenticare che, proprio da quell’accordo sono rimasti un pò spiazzati, perché appunto si è trattato di un accordo che poi rimescola anche le carte da un punto di vista politico. La cosa interessante in questo contesto, e non solo riferita a questo accordo, è il nuovo ruolo della Turchia, per esempio.

 

 

D. – In un periodo in cui la Turchia è coinvolta anche nella crisi a Gaza...

 

 

R. – La Turchia sta trovando un nuovo ruolo in Medio Oriente, dopo che in pratica ha trovato chiuse le porte dell’Europa. Questo nuovo atteggiamento nei confronti della questione palestinese e anche nei confronti dell’Iran è qualcosa di completamente nuovo rispetto agli ultimi decenni, non soltanto agli ultimi anni. 

 

No di Israele all’inchiesta internazionale chiesta dall’Onu sul blitz di Gaza

La proposta del segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon di condurre un'indagine multinazionale sul blitz israeliano sulla nave passeggeri turca Marmara, conclusosi con nove morti e decine di feriti, è stata oggetto di una consultazione notturna del Consiglio di Difesa del governo israeliano, ma alla sua conclusione niente di concreto è stato annunciato. Netanyahu ha detto che a bordo della nave c'era un gruppo omogeneo, salito a bordo da un porto diverso da quello degli altri passeggeri, senza sottoporsi a ispezioni, ben equipaggiato e “fermamente deciso” a ricorrere ad una violenza organizzata. La stampa riporta foto di attivisti armati di coltelli. Israele, a quanto sembra, continua a non voler sentir parlare di un’inchiesta internazionale ma le pressioni sullo Stato ebraico si intensificano. Intanto, da Gaza si fa sentire Hamas: sta impedendo l’introduzione nella Striscia degli aiuti umanitari scaricati nel porto israeliano di Ashdod dalle imbarcazioni della 'Freedom Flottilla'.

 

Da Lussemburgo proposte per la riforma del Patto di stabilità e di crescita

Esame preventivo sulle manovre di bilancio dei Paesi europei e sanzioni più tempestive ed efficaci per i Paesi eccessivamente indebitati che non rispettano gli 'early warning' della Commissione europea. Questi alcuni dei punti su cui si è raggiunto un accordo di massima nell'ambito della task force della Ue al lavoro sulla riforma del Patto di stabilità e di crescita europeo. Task force presieduta dal presidente della Ue, Herman Van Rompouy, e composta dai 27 ministri dell'Ecofin, dai vertici della Bce e dalla Commissione Ue. L'obiettivo - ha spiegato Van Rompuy al termine della riunione svoltasi ieri a Lussemburgo - è quello di presentare le prime conclusioni del lavoro della task force al vertice dei capi di Stato e di governo della Ue in programma la prossima settimana a Bruxelles.

 

L’economia Usa in ripresa moderata

L'economia americana sta sperimentando una ripresa “moderata” che probabilmente non riuscirà a ridurre rapidamente il tasso di disoccupazione, che si manterrà elevato “per un po' di tempo e questo significa che molti americani continueranno a trovarsi in una situazione di stress finanziario”. È quanto ha detto il presidente della Fed, Ben Bernanke, nel corso di un'intervista con Sam Donaldson, giornalista di Abc News, durante un incontro al Woodrow Wilson Center di Washington.

 

Per un incidente esplode un gasdotto in Texas: incendio nella prateria

È di un morto e 8 feriti il bilancio dell'esplosione di un gasdotto vicino Cleburne, a 80 km da Dallas, nello Stato del Texas. L'incidente é stato causato per errore durante lavori a una conduttura che trasporta gas ad alta pressione. Il gasdotto, appartenente alla Enterprise Products Partners, attraversa gran parte dello Stato del Texas. Il rombo dell’esplosione é stato sentito a diversi km di distanza. L'incidente è avvenuto mentre l'America è alle prese con la più grande catastrofe ambientale della sua storia: il disastro della piattaforma petrolifera nel Golfo del Messico.

 

Benigno Aquino è il nuovo presidente delle Filippine

Benigno Aquino, figlio della ex presidente delle Filippine Corazon Aquino, é stato proclamato oggi vincitore delle elezioni presidenziali tenutesi il 10 maggio. L’ex senatore si era attestato intorno al 43% delle preferenze a 24 ore dalla chiusura dei seggi. Oggi, con tre settimane d’anticipo rispetto al termine ultimo del 30 giugno, la nomina in occasione dei risultati ufficiali annunciati in Parlamento. Le ultime elezioni nelle Filippine hanno visto una straordinaria affluenza alle urne, pari all’85% su un totale di 50 milioni di votanti, nonostante le polemiche sull’utilizzo del voto elettronico e gli episodi di violenze.

 

Il neo premier del Giappone ha varato il suo governo

A tempo di record, il Giappone ha il suo nuovo governo. Ad una settimana dalle dimissioni di Yukio Hatoyama, il neo premier Naoto Kan ha annunciato la sua nuova squadra all’insegna della trasparenza. Il servizio di Michela Altoviti:RealAudioMP3  

 

Il nuovo esecutivo è composto da 17 ministri e segretari di Stato. Undici le conferme. Per i posti chiave il premier sceglie figure giovani e lontane dagli scandali in modo da suggerire un’immagine di trasparenza. Kan ripristina il consiglio interno per le politiche del partito, un organismo collegiale di fatto abolito a settembre dall’ex numero due Ozawa. Proprio Ozawa è ritenuto tra i principali responsabili della crisi d’immagine dei Democratici per alcuni scandali finanziari ancora non chiariti. E’ importante dire che nel primo incontro con la stampa Kan dichiara che l'alleanza tra ''Giappone e Stati Uniti è alla base della diplomazia nipponica". Kan infatti afferma che rispetterà l'accordo con gli Stati Uniti sul riassetto della base di Futemma, a Okinawa: la popolazione locale da tempo chiede lo spostamento della base fuori dalla sua prefettura, lamentandosi del rumore, dell'inquinamento e temendo incidenti e collisioni. Secondo i media locali, a far precipitare la situazione di Hatoyama sarebbe stato l'insuccesso delle trattative per la base Usa di Futemma. 

 

Ancora uccisioni in Caucaso del Nord: ucciso un giudice

Attentati e uccisioni continuano ogni giorno nel Caucaso del nord, in Russia meridionale: nella notte è stato ucciso in Daghestan un giudice, mentre in Inguscezia due guerriglieri sono stati eliminati in uno scontro a fuoco con la polizia. A Unzukul, in Daghestan, sconosciuti sono entrati nella notte intorno alle 02:00 (la mezzanotte italiana) in casa del giudice Abdurakhman Gamzatov, 63 anni, e lo hanno ucciso con due colpi di pistola alla testa. Fino a due anni fa, il giudice ricopriva la carica di capo dell'amministrazione distrettuale. Nel distretto di Nazran, in Inguscezia, due guerriglieri sono stati uccisi dall’ordigno che portavano e che è esploso durante una sparatoria con la polizia. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza e Michela Altoviti) 

 

Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIV no. 159 

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